Le bacche di phalsa

Sono i piccoli e rotondi frutti della Grewia asiatica, tanto amati in India e portentosi in fatto di gusto e benessere

Le bacche di phalsa

Nel panorama variegato e sorprendente delle varietà biologiche che ci offre la natura, vale la pena scoprire e conoscere un piccolo frutto della tradizione botanica e gastronomica indiana che, per le sue peculiarità, ha meritato di essere tutelato e per questo inserito, come least concern, nel 2018 nella Lista Rossa (nota anche come Red Data Book) delle specie minacciate stilata dell’IUCN (Unione internazionale per la Conservazione della Natura).

La lista (fondata già nel 1964) è un vero e proprio inventario dello stato di conservazione globale e del rischio di estinzione delle specie biologiche. Per capirne l’importanza basti considerare che il numero di specie valutate è ovviamente aumentato nel tempo e nell’anno 2023 su 150.388 specie censite, 42.108 sono considerate a rischio di estinzione a causa delle attività umane. 

Si tratta della Grewia asiatica, conosciuta anche come phalsa, una specie da fiore appartenente alla famiglia delle Malvacee, originaria dell’India meridionale e da qui esportata dai monaci buddisti nei vicini Paesi asiatici divenendo praticamente autoctona di tutta la regione indo-pakistana fino a diffondersi nel tempo in tutto il resto del mondo.

L'arbusto che raggiunge gli otto metri di altezza e presenta foglie arrotondate, fiori giallo-arancio e drupe commestibili (cioè frutti carnosi con polpa di colore giallo chiaro e con endocarpo legnoso contenente semi) di 5/12 millimetri di diametro con la buccia dal tipico colore viola tendente quasi al nero a piena maturazione. Le bacche di phalsa sono frutti aciduli, simili all’uva nell’aspetto e nel gusto, si presentano in grappoli ramificati con un caratteristico gusto agrodolce. Sono venduti sul mercato nei mesi estivi, con una disponibilità massima a giugno, in quanto giungono a maturazione completa già alla fine di maggio. Dopo la raccolta i frutti si mantengono freschi e idonei al consumo per brevi periodi pertanto necessitano di consumo rapido o trasformazione e conservazione. 

Le bacche di phalsa sono normalmente consumate in dessert, sorbetti, trasformati in sciroppi e molto utilizzati per la preparazione di bevande analcoliche. Il succo di phalsa (molto usato nella cucina tipica indiana) fermenta molto facilmente pertanto nella lavorazione è speso aggiunto di benzoato di sodio che agisce come conservante.  

Dal punto di vista nutrizionale i frutti apportano circa 72 calorie per 100 grammi e contengono 20 grammi di carboidrati, 1,4 grammi di proteine e pochissimi grassi (circa 0,5 grammi); buona è la concentrazione di vitamine (soprattutto C) e sali minerali (in particolare sodio e ferro). Le bacche sono facilmente digeribili e per questo hanno un elevato indice di gradimento in tavola. Inoltre la quantità di zuccheri semplici contenuta le rende adatte per soddisfare il bisogno energetico dell’organismo rendendo l’energia fornita immediatamente disponibile.

L’alto contenuto di sodio attribuisce alle bacche un ruolo attivo nel bilanciamento degli ioni chiave nel sangue (cioè sodio, potassio e cloruro) pertanto contribuisce a controllare efficacemente la trasmissione degli impulsi nervosi garantendo una buona funzione enzimatica e una vivace attività muscolare regolando, ove necessario, lo squilibrio elettrolitico. L’elevata quantità di ferro contenuta attribuisce alle bacche una buona efficacia nel contrastare gli stati di carenza dimostrandosi un buon alleato nella prevenzione e nella cura degli stati anemici .Consumare i frutti maturi aiuta infatti genericamente a combattere vertigini e stati di affaticamento.

Le bacche di phalsa sono un tipico street food indiano: sono lavorate miscelando ghiaccio tritato grossolanamente, zucchero e succo di frutta per ottenere una sorta di granita venduta da banchetti lungo le strade, perfetta da consumare nelle calde giornate estive. L’alta percentuale di acqua contenuta nei frutti li rende ideali per idratare, rinfrescare e mantenere il corretto apporto idrico dell’organismo con un naturale e gustoso effetto rinfrescante.

Vari sono gli usi che fa delle bacche di phalsa la medicina e la tradizione locale; tipica per esempio la lavorazione della polpa che mescolata allo zucchero produce uno sharbat (cioè un succo) dalle proprietà astringenti, gastro protettive oltre che rinfrescanti.  Il frutto acerbo è tradizionalmente utilizzato per alleviare infiammazioni e disturbi respiratori e per abbassare la febbre mentre le foglie sono applicate sulle eruzioni cutanee con una presunta azione antibiotica. 

La radice di phalsa è tradizionalmente usata dai tribali Santhal per curare i reumatismi, l’artigianato locale trova ricchezza utilizzando la fibra estratta dalla corteccia per la produzione di corde e un estratto mucillaginoso ottenuto dalla corteccia è utilizzato come sostituto del sapone

Photo made in AI

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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