Il cibo rotondo di Botero

L'artista Fernando Botero, nel suo mondo senza spigoli, dipingeva anche il cibo, da ammirare in mostra a Roma fino al 19 gennaio 2025

Il cibo rotondo di Botero

Di recente ho avuto l’opportunità di visitare la grande mostra dedicata all’artista colombiano Fernando Botero allestita dopo circa un anno dalla sua morte presso Palazzo Bonaparte nel pieno centro di Roma e visitabile dal 17 settembre 2024 al 19 gennaio 2025. Restare piacevolmente incantati e sorpresi davanti alle opere del maestro. Botero è una certezza: il suo stile pittorico unico e inconfondibile lo ha reso uno degli artisti più amati dal pubblico, anche se i critici hanno spesso definito il suo linguaggio artistico infantile e commerciale.

La pittura di questo straordinario artista è quella di un uomo intimamente ottimista e positivo; pur avendo riportato in diverse sue opere temi legati alla violenza politica e sociale, Botero ha affermato che la bellezza dell’arte può riuscire a dare piacere anche in ciò che è drammatico. I soggetti di numerosi suoi dipinti hanno una sottile comicità caricaturale e una certa ironia, come i ritratti di personaggi della storia e della politica, riproduzioni personalissime di quadri famosi, scene di vita quotidiana nella sua terra d’origine, e poi il circo, la corrida, le donne e le nature morte.

Anche nelle sculture, spesso in bronzo, Botero ha dato rotondità ai suoi soggetti trasferendo il suo personalissimo stile alla terza dimensione. L’attrazione per l’esagerazione delle forme e del volume nacque quando aveva 24 anni disegnando un mandolino. Fu la paradossale forma arrotondata che aveva dato allo strumento ad accendere la sua immaginazione spingendolo verso la ricerca della bellezza nelle forme esuberanti e gonfie, che pure restano armoniose e sprizzano vitalità e sensualità .

Botero ha dilatato di tutto, non solo figure umane ma anche oggetti, animali e frutta, usando i colori intensi e saturi che sono tipici dell’America Latina. Gli uomini e le donne, delineati nettamente nella forma e senza ombre, hanno volti privi di espressione e il loro sguardo è fisso come nei ritratti di personaggi dell’epoca rinascimentale italiana ed europea che tanto hanno affascinato e influenzato l’arte di Botero.

Fernando Botero in più di una intervista chiarì che la serietà delle sue figure umane si deve al distacco emotivo da ciò che aveva ritratto; egli affermò infatti di non prestare interesse alla condizione umana, lasciando che attribuire allo spettatore la propria sensazione personale alla vista dei suoi personaggi "senza anima". Con la grassezza dei suoi soggetti Botero trasmette un messaggio di positività e di energia vitale, ma alcuni ritengono che Botero attraverso la sua tecnica -  battezzata col termine di “boterismo” data la sua unicità - voglia far riflettere sugli eccessi del consumismo e l’avidità cupida degli uomini nella società moderna.

Ma veniamo al cibo nei lavori di Botero. Non potrebbe mai mancare perchè il cibo è gioia, è il centro dell’esistenza umana, e l’arte di Botero fa sì che anche una pera o un cocomero oversize appaiano carichi di sensualità. In particolare la riproduzione della frutta contribuisce a rendere unico il suo stile. Quando fu chiesto all’artista come si possa valutare uno stile artistico, lui rispose che per testarlo bastava una semplice arancia perché, nonostante le sue dimensioni e la sua forma siano caratteristiche universali ,non si può confondere l’arancia ritratta da un artista con quella ritratta di un altro. A proposito della frutta Botero si espresse con queste testuali parole: “Lo spettatore non è semplicemente testimone del frutto , ma dello stile…Ogni volta che le persone si fermano davanti ai miei dipinti o alle mie sculture , non vedono solo una pera o una mela …riconoscono semplicemente un Botero”.

Ed è proprio vero. Nel dipinto “Arance” del 2004 in mostra a Roma (di cui avete un'anteprima nell'immagine di copertina di questo articolo), uno dei dipinti dedicati a questo frutto nella lunga carriera dell’artista, i frutti sono i soli protagonisti, posati su un tavolo con un cassetto aperto con una morbida tovaglia di un intenso colore rosa senza altro elemento sullo sfondo sfumato di arancio. Sulla tovaglia campeggiano quattro arance intere di cui due gialle e due arancioni e altre due arance sono invece tagliate a metà ;la forma dei frutti è tonda ma non è esageratamente dilatata e comunque senza ogni dubbio si riconosce che sono arance dipinte da Botero. Il coltello posato sulla tovaglia, anch’esso grassottello, ha il manico rivolto allo spettatore quasi ad invitarlo a gustare quei meravigliosi frutti e immergersi in quell’atmosfera dai colori vivi e brillanti.. Nel dipinto che ritrae una pera enorme, il frutto giallo riempie tutto il quadro e c’è un piccolo verme di dimensioni assai ridotte che spunta fuori dal frutto.

 

 

 

 

 

 

Nell’altro grande dipinto della mostra che rappresenta un cocomero gigante, oggetto iconico dell’arte latino-americana (basti pensare al quadro “Viva la vida” di Frida Kahlo per fare solo un esempio).Per l’artista colombiano la voluttà del frutto è chiaramente espressa dalla sua voluminosa forma; il taglio al centro può sembrare un sorriso e la fetta tagliata , la forchetta infilzata e il verme che spunta dalla scorza sono volutamente piccoli e non proporzionati col frutto. Nella sua lunga carriera Botero ha più volte rivisitato la scena del picnic a cominciare dal 1966 e ciascuna delle opere che ha realizzato dà emozioni diverse in chi la guarda.

 

 

 

 

 

 

Nel quadro “Picnic” del 1989, anch'esso esposto in mostra a Roma da ammirare fino al 19 gennaio 2025, il cibo si presenta dilatato e ricco di colori saturi, in primo piano, in parte nel cesto e in parte fuori. I personaggi della coppia al picnic sono ai lati; la donna è al margine sinistro del quadro;di lei si vedono solo le mani con le unghie smaltate di rosso acceso e una sigaretta fra le dita mentre l’uomo è disteso tra i cibi e riposa.

I bicchieri sulla tovaglia distesa sul prato sono quattro, più di quanti ne occorrano ai due commensali e lo sfondo è quello di una valle con arbusti, alberi e montagne tra cui compare anche un vulcano che fuma. L’originalità del modo in cui Botero racconta l’uomo, il mondo e la natura insieme ad una buona dose di empatia sono il segreto del successo di questo maestro dell’arte contemporanea. E a chi ha qualche perplessità in merito alla suo modo di fare arte, Botero risponderebbe con le sue parole:."l’arte è sempre un’esagerazione; il pittore esagera il colore o esagera la linea. C’è sempre un’esagerazione” . E quella di Botero èmagnifica: vedere per credere!

Photo by Sara Albano

Scritto da Elena Stante

Laureata in Matematica nel 1981 presso l’Università degli Studi di Bari, dal 1987 al 2023 ha insegnato Matematica e Fisica presso il Liceo Ginnasio Aristosseno di Taranto .Ha partecipato ai progetti ESPB, LabTec, IMoFi con il CIRD di Udine e a vari concorsi nazionali ed ha collaborato con la nomina di Vice Direttore per la regione Puglia alla rivista online Euclide, giornale di matematica per i giovani. Le piace correlare la scienza al cibo, nonché indagare su storie e leggende, e con Prodigus inizia il suo percorso di redazione di contenuti golosi per gli utenti del web.

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