La mano di Buddha

Un agrume (in particolare un cedro) dall’aspetto bizzarro… e che porta fortuna: scopriamo tutto sul frutto chiamato “mano di Buddha”

La mano di Buddha

Nome botanico Citrus medica var. sarcodactylus, è meglio conosciuto come mano di Buddha: si tratta di una speciale varietà di cedro, dalla forma bizzarra che mette allegria e si dice porti fortuna. Il perché del suo nome è abbastanza intuitivo: la sua forma richiama proprio quella di una mano con tante dita più o meno affusolate. Per qualcuno, tuttavia, sembra più la copia bitorzoluta di un casco di banane o di un mazzetto di peperoncini gialli; immagini a parte, è indubbiamente un frutto esotico, curioso e dalle interessanti proprietà. 

La mano di Buddha è un agrume dal colore giallo intenso e brillante, i cui spicchi non si sviluppano nella maniera consueta dando origine ad un frutto tondeggiante ma si diramano singolarmente formando dei prolungamenti (che arrivano fino a 30 centimetri). Il frutto cresce su piccoli alberi soprattutto nelle zone temperate dell’Asia (Cina, Giappone e India del nord) e ha una buccia particolarmente spessa, con pochissima polpa di colore bianca e poco succo, generalmente privo di semi ma dall’intenso profumo. 

Nelle zone di origine è considerato un vero frutto portafortuna; in Cina (dove è chiamato fo-shou) è abitualmente posizionato al centro della tavola e regalato agli ospiti come buon augurio per ottenere una vita lunga e felice, oltre ad essere utilizzato per profumare gli ambienti e consumato come tonico stimolante per l’organismo. Anche il Giappone (dove è chiamato bushukan) lo considera simbolo di prosperità, fertilità e longevità ed è uno dei regali tipici da scambiare il giorno di Capodanno. In India si trova abitualmente presso i templi, ai piedi delle statuette del Buddha, come offerta votiva dei fedeli che generalmente posizionano due frutti, uno accanto all’altro, a simboleggiare due mani giunte in preghiera.

Data la sua forma particolare e la scarsità della polpa, il frutto si consuma “tagliando singolarmente le dita” e affettandole in senso longitudinale oppure grattugiandone la profumatissima buccia, tipicamente agrumata, fresca e intensa, ideale per aromatizzare piatti di carne, pesce, insalate e verdure oltre che perfetta per i dolci. La parte bianca sottostante la buccia (ovvero l'albedo) non è fortemente amara come nella gran parte degli agrumi, ma risulta di gusto più morbido (proprio come quella del cedro)  e dunque perfetta da mangiare anche cruda, a cubetti nelle insalate o per profumare contorni

La buccia della mano di Buddha, spessa e turgida, è generalmente utilizzata caramellata, per farne dei canditi o dei bastoncini dolci da consumare come piccoli snack. La buccia, lasciata fermentare e sottoposta a precedente sbollentatura per renderla più morbida, è utilizzata inoltre per la preparazione di bevande e liquori (soprattutto digestivi) oltre che di una gustosissima e tipica marmellata. La sua fragranza è così gradevole e fresca che il frutto è utilizzato per profumare biancheria e abiti all’interno di cassetti e armadi anche nei Paesi che hanno imparato con il tempo a conoscere questo frutto.

Interessante sapere che si tratta di un frutto dietetico perché fornisce un bassissimo apporto calorico ed è del tutto privo di grassi. Spesso utilizzato in fitoterapia, come olio essenziale o estratto idroalcolico, grazie al suo elevato contenuto di vitamina C che lo rende particolarmente adatto a rafforzare le difese immunitarie, combattere le infiammazioni delle vie respiratorie, combattere l’invecchiamento e contrastare i radicali liberi (grazie alla presenza di elevate quantità di flavonoidi). Contiene anche una buona percentuale di vitamina E, una discreta quantità del gruppo B, ricco di calcio, sodio e potassio e con un interessante contenuto di fibre che lo rende un ottimo alleato per l’intestino.

Trovare questo frutto in Italia, al supermercato o dal fruttivendolo, è ancora difficile; più facile è invece trovare le piantine in vivai particolarmente forniti; la sua coltivazione nel nostro paese è relativa soprattutto ad alcune regioni del sud, dove generalmente la si può trovare come pianta ornamentale. Se questa varietà di cedro vi stuzzica la curiosità e la fantasia, potrete iniziare magari con la sua coltivazione in vaso apprezzandone il valore decorativo e la capacità di inebriare l’ambiente con un profumo inconfondibile.

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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