A Natale? Barfi!

Dolci cubetti multicolore di latte e zucchero tradizionali della cucina indiana: sono i barfi, facili e perfetti da scoprire per la tavola delle feste

A Natale? Barfi!

In fatto di dolci la creatività della cucina indiana si contraddistingue per sapori, colori e profumi forti, decisi ed intensi. Tanti sono i dolci della tradizione - i cosiddetti mithai - e vi è una ricca scelta per ogni occasione: dalla fine dei pasti al rito del tè, o consumati nelle occasioni speciali come nascite, matrimoni e inaugurazioni. Ogni dessert riesce a regalare al palato una esperienza di estrema dolcezza, perché quelli indiani sono dolci davvero... molto dolci!

Ci sono ricette molto diverse a seconda della regione di provenienza, tuttavia latte e zucchero costituiscono i due ingredienti base immancabili uniti, di volta in volta, ad altre essenze e generalmente imbevuti di caratteristici sciroppi di zucchero e acque speziate o profumate, come quella di rose

Barfi è il nome di uno di questi dolcissimi dessert, il cui appellativo deriva dalla parola persiana barf che significa letteralmente neve; il barfi (o burfi), infatti, è il dolce che ricorda il ghiaccio e la neve e che, nel suo aspetto base bianco e cremoso, la rievoca in tutta la sua magia! Il barfi è il dolce delle feste, delle grandi occasioni e tradizionalmente viene consumato durante le celebrazioni del Diwali, la festa delle luci; è inoltre immancabile negli sfarzosissimi matrimoni.

In India viene preparato sia a partire da khoa (o khoya, prodotto lattiero-caseario ampiamente usato nella cucina del subcontinente indiano, composto da latte intero in polvere o da latte addensato mediante riscaldamento in un tegame di ferro aperto) sia  scaldando del semplice latte (o del latte condensato) insieme a dello zucchero, fino a farlo diventare solido. Generalmente il barfi viene venduto oppure offerto tagliato a cubetti o in pezzi rotondi o ancora a forma di diamante, dai colori più vari ottenuti di volta in volta grazie all’aggiunta di spezie, frutta fresca e secca. 

Numerose sono le varianti che includono il besan barfi (ottenuto aggiungendo farina di ceci), il kaaju barfi (con l’aggiunta di anacardi), il pista barfi (che utilizza i pistacchi), il gajar barfi (in cui si aggiungono carote tritate) e il sing barfi (con l’aggiunta di arachidi). I cubetti sono aromatizzati anche con la frutta, soprattutto mango e cocco (coconut barfi), o con le spezie (preferito in assoluto è il cardamomo), o preparati con l’aggiunta di mandorle (badam barfi) e cioccolato, imbevuti di una profumata acqua di rose.

Le versioni preparate per le occasioni speciali sono guarnite con il vark, una particolare foglia d’oro commestibile, che li rende preziosi alla vista e al gusto.Oltre ad essere la conclusione dolce per il palato, al termine di un succulento e speziato tipico pasto, il dolce barfi nella sua essenza riveste anche la funzione simbolica di buon auspicio e, per questo, accompagna festività, rituali e cerimonie religiose. Si dice che gli Dei Indù siano molto golosi e ciò spiegherebbe il loro valore sacro dato anche dalla purezza degli ingredienti base; latte e zucchero, infatti, sono utilizzati completamente al naturale, rendendo i cubetti cibo adatto agli Dei.

Per questo vi proponiamo il barfi come ricetta che merita di essere provata almeno una volta…magari in occasione delle prossime feste e del Natale!

Guarda qui come fare una facile ricetta del barfi 

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

0 Commenti

Lasciaci un Commento

Per scrivere un commento è necessario autenticarsi.

 Accedi


Altri articoli