Il decollo italiano del food delivery
Il cocktail che racchiude la storia dell’indipendenza cubana e alcuni spunti per profumate varianti di gusto
La storia del cocktail conosciuto in tutto il mondo sotto il nome di Cuba Libre, si intreccia con le vicende politiche e militari dell’isola di Cuba che caratterizzarono il 1898, anno in cui si combatté la guerra tra Cuba e Stati Uniti da una parte e la Spagna dall’altra, determinata dalla volontà di Cuba di affrancarsi dal dominio spagnolo.
La guerra durò pochi mesi e la Spagna ne uscì sconfitta, mentre Cuba conquistò l’indipendenza e gli USA ottennero l’occupazione di Manila nelle Filippine, oltre all’acquisizione dell’isola di Guam e di Porto Rico e di 20 milioni di dollari come indennizzo.
Questo famoso cocktail appartiene alla famiglia dei cocktail alcolici (in particolare ai rum drinks). Si può certamente definire un highball (da nome del bicchiere che si usa per berlo, molto simile a un tumbler), in quanto è una bevanda lunga che ha come componente principale una bibita gassata. Il suo consumo è adatto a tutte le ore, e generalmente viene servito in un bicchiere tumbler medio e con ghiaccio.
Sull’invenzione del Cuba Libre molte sono le ipotesi, ma tutte ricollegate proprio alla guerra di indipendenza di Cuba. Un’ipotesi vuole che nel 1898 in un bar del quartiere vecchio dell’Avana in calle Nettuno, si brindava alla liberazione dell’isola, qualcuno (forse un patriota, forse un soldato americano di nome John Doe o un ufficiale di nome Russel) pensò di aggiungere quattro once (8-9 cl) di rum (simbolo di Cuba) alla coca cola (simbolo de progressismo americano).
Infine c’è chi ritiene che l’idea di unire rum e cola sia stata semplicemente di un barman, sempre ispirato dall’alleanza tra Cuba e Usa nella guerra contro la Spagna. Americani e cubani brindarono dunque al grido “Y por Cuba libre”, suggellando un’intesa che nei decenni successivi si sarebbe sgretolata con l’avvento di Fidel Castro e l’incameramento di Cuba nei protettorati sovietici, divenendo così l’isola l’avamposto russo in prossimità degli Stati Uniti.
Ingredienti: 5-6 cl di rum bianco, il succo di mezzo lime, coca cola o altra bevanda a base di cola.
Preparazione: il Cuba Libre si prepara direttamente nel tumbler medio riempito di ghiaccio cristallino (cioè non macinato) versando il rum e il succo del lime. Successivamente, aggiungere la coca cola mescolando con lo stir, che sarà lasciato nel bicchiere.
Varianti: la più comune consiste nell’uso di rum ambrato e non bianco e di poche gocce di Angostura prima della miscelazione; una è originaria degli USA ed è conosciuta col nome Cuba Libre Supreme. Nel tumbler, precedentemente riempito di ghiaccio cristallino, si miscelano 4-5 cl (praticamente 40-50 g) di Southern Comfort (famoso liquore americano creato nel 1874, composto da una miscela di whiskey e arancia, vaniglia e cannella) e il succo di mezzo lime; infine si colma con la coca cola mescolando con lo stir.
La variante Cuba Libre Pestato l’aggiunta di un lime diviso in quattro parti e un cucchiaino di zucchero di canna; ovviamente la miscelazione dovrà essere un pochino più energica e prolungata per consentire allo zucchero di sciogliersi. La presenza di zucchero conferisce ovviamente dolcezza al cocktail, ma anche maggiore effervescenza della cola, fatti non graditi a molti.
Altra variante è il cocktail Rum & Cola, in cui viene eliminato il lime.Ultima variante è il Cuba libre cubano, senza la cola, contenente 3/4 di oncia (un’oncia è pari a 28,35 grammi, per cui per la ricetta 21,26 g cioè mezzo bicchierino da cicchetto) di rum ambrato con l'aggiunta del sweet'n'sour (miscela a base di succo di limone e zucchero).
Ancora nuove idee…con le spezie! Avete mai pensato di personalizzare un buon Cuba Libre con delle spezie? Per gli amanti della cannella (già contenuta nella coca cola), se ne potrà aggiungere un pizzico in polvere (o un pezzo di stecca in infusione) per un aroma più marcato. Ottimo sarà il matrimonio anche con lo zenzero e con il cardamomo, grazie ai loro sentori agrumati.
Photo made in AI
Scritto da Redazione ProDiGus
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