Cosa sono i dry states?

Esistono paesi nel mondo che hanno scelto di applicare un moderno proibizionismo, vietando o limitando al minimo il consumo di alcool

Cosa sono i dry states?

Ad alcuni potrà sembrare un argomento obsoleto e superato, invece vi stupirà sapere che nel mondo i Paesi che a tutt’oggi proibiscono l’uso di alcool sono ancora molti.

Eredità della storia moderna degli Stati Uniti d’America, il proibizionismo nasce nel secondo decennio del secolo scorso, tramite il XVIII emendamento e il cosiddetto Volstead Act del 1919 (entrato in vigore ufficialmente il 16 gennaio 1920) con cui venne sancito il bando sulla fabbricazione, vendita, importazione e trasporto di alcool. La cronaca racconta della sera del 15 gennaio in cui migliaia di persone si riversarono nei negozi per fare rifornimento delle ultime bottiglie ancora disponibili. Dal giorno successivo il prezzo dell’alcool schizzò alle stelle, dando purtroppo inizio al mercato nero. 

Nonostante il divieto, infatti, milioni di americani continuarono a bere ed erano disposti a pagare quanto il mercato del contrabbando chiedesse. Dal mercato nero ai moonshine preparati clandestinamente e ai surrogati di birra, whisky e superalcolici spesso adulterati con coloranti e “liquidi da taglio”, si arrivò presto agli speak-easy, una sorta di club privati con ingresso tramite parola d’ordine dove si poteva bere illegalmente ma liberamente (nella sola New York nel 1920 ne fiorirono ben 32.000 a fronte dei 15.000 bar legittimi aperti prima della proibizione). Fu solo alle ore 17.27 del famigerato martedì 5 dicembre 1933 che, con l’entrata in vigore del XXI emendamento, si determinò la fine di un’epoca permettendo agli americani di acquistare l’alcool liberalizzato e regolarmente tassato. 

Tuttavia, il proibizionismo rivive oggi in chiave moderna più di quanto si possa pensare. Ad oggi, infatti, sono numerosi i Paesi nel mondo in cui bere alcool è vietato e in cui sono presenti rigide restrizioni alla vendita (in base agli orari e all’età degli avventori) e alla pubblicità, oltre ovviamente all’imposizione di tasse specifiche (come in Finlandia, Scandinavia e Australia).

In molti Paesi di popolazione musulmana, l'uso di alcol è completamente vietato su tutto il territorio in osservanza delle norme e dei principi religiosi. Il consumo di alcool è consentito ai non musulmani ma solo nelle loro case private o negli hotel e nei bar che visitano; non è consentita alcuna altra forma di consumo. I turisti stranieri possono portare solo una quantità limitata di alcol nel paese per esclusivo uso personale. Anche diversi stati indiani hanno leggi che limitano o vietano la vendita e il consumo di alcolici; non è consentito l’uso di alcol alle Maldive al di fuori dei resort; è completamente proibito anche in Bangladesh. E ancora, l’alcol è completamente vietato nello Yemen, nell’Arabia Saudita, in Sudan, in Libia e Kuwait; in Iran è consentito importare alcolici esclusivamente per i non musulmani, in Pakistan, i non musulmani possono consumare alcool solo negli alberghi a quattro o cinque stelle delle principali grandi città. 

Il moderno divieto al consumo di alcolici non è prerogativa solo dei paesi di tradizione musulmana; ancora oggi in ben diciassette stati degli Stati Uniti d’America il consumo di alcool è vietato. Il 10% del territorio del Paese con una popolazione di circa 18 milioni si identifica oggi come “dry state (letteralmente “stato asciutto”) e si trova principalmente nel sud conservatore: Mississippi, Alaska, Florida, Texas, Arkansas, Alabama, Kentucky, Connecticut con Bridgewater cittadina completamente “dry” e lo stesso per il Tennessee, con Lynchburg cittadina “dry” ma al contempo storica e iconica sede della distilleria Jack Daniel’s

Nel paese del Jack Daniel's non si può ordinare un whisky al bar e Lynchburg, sede della distilleria in cui si produce questo liquore dal 1866, si trova in una delle contee più proibizioniste d’America: nessun locale serve alcol ed è possibile acquistare solo birra o vino. Lynchburg non è un'eccezione in un paese ossessionato, paradossalmente, dalla libertà individuale; circa 20 delle 95 contee del Tennessee vietano completamente il consumo di bevande alcoliche. 

Il proibizionismo, dunque, non appartiene solo ad una storia lontana e iconica, ma appartiene evidentemente anche al presente. Ma quanto tutto questo aiuta davvero la prevenzione dell’abuso? L’educazione e l’uso responsabile restano sicuramente le chiavi vincenti per un consumo corretto nel rispetto dei principi religiosi, delle regole del mercato e delle esigenze culturali di ogni Paese.  

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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