La cucina “surf and turf”

Una definizione che in lingua italiana si traduce in “mare e monti”, e dagli anni ’80 è tornata di moda tra creatività e recupero di tradizioni

La cucina “surf and turf”

Se c’è ancora qualcuno che lancia sguardi di sdegno al solo sentir nominare lo stile di cucina che contraddistinse gli anni ’80, ebbene si prepari a ricredersi: torna in auge la moda degli abbinamenti di carne e pesce in una stessa ricetta, ma cambia nome, passando dalla più antiquata definizione “mare e monti” a quella più moderna e internazionale di “surf and turf (dove la prima parola ricorda chiaramente la superficie mare, mentre la seconda si riferisce ad un manto erboso). 

Davanti a questa tipologia di pietanze, proprio come accade per quelle che vedono l’abbinamento di prodotti ittici e formaggio (non sarebbe forse giusto definire “mari e monti” anch’esse?), si accende ancora oggi lo scetticismo, nonostante questi particolari accostamenti stiano ispirando concretamente gli chef contemporanei, essendo concreta parte delle nostre tradizioni gastronomiche regionali. Si pensi ad esempio all’intramontabile vitello tonnato piemontese, o agli involtini di pesce spada aromatizzati al pecorino in Sicilia, o ancora a quel celebre pollo alla marengo che abbinava con successo il sapore del pollo a quello dei gamberi di fiume e delle uova. 

Negli anni ’20 il trend della cucina mari e monti viene lanciato in nord America soprattutto da uomini d’affari e altoborghesi per i quali ostentare ricchezza diventa primaria moda del tempo, quasi un “dovere” a detta di alcuni, a partire naturalmente dai piaceri della tavola. Non era da tutti potersi permettere di acquistare un piatto contenente sia carne che pesce: tra i più amati negli Stati Uniti c’è tutt’oggi il filet mignon servito con aragosta e una salsa al whisky, il pesce gatto (spesso fritto) abbinato alla pasta mac’n’cheese nonché la jambalaya di New Orleans in cui il riso sposa l’incontro con maiale, gamberi e verdure in un piatto decisamente speziato poiché di matrice creola. Qui non mancano nemmeno i celebri panini locali chiamati Po’boys che si sono evoluti in versioni surf and turf in alcuni locali, vedendo spesso l’abbinamento di gamberi e roastbeef. 

E ancora, avrebbe tanto da dire in merito anche la Spagna con la sua paella mixta, così come in Giappone si ama tantissimo cuocere sulla stessa griglia sia la carne bovina che i gamberi, per servirli anche insieme in un piatto ricco di riso e verdure. L’abbinamento è talmente amato che la catena di fast food Burger King ha lanciato nel 2021 in Giappone il suo Shrimp Spicy Ugly Beef Burger: si tratta di un panino farcito con hamburger di manzo alla griglia, American Cheese (non chiamatelo cheddar!), cetriolini sott’aceto, gamberi all’aglio speziati, pomodoro, insalata e anelli di cipolla. 

Detto questo, risulterà chiaro quanto in realtà – oltre gli scetticismi. il “gusto mare e monti” sia ben apprezzato da varie culture nel mondo. E allora non vi resta che provare per credere!

Photo via Pexels

Scritto da Sara Albano

Laureata in Scienze Gastronomiche , raggiunta la maggiore età sceglie di seguire il cuore trasferendosi a Parma (dopo aver frequentato il liceo linguistico internazionale), conseguendo in seguito alla laurea magistrale un master in Marketing e Management per l’Enogastronomia a Roma e frequentando infine il percorso per pasticceri professionisti presso la Boscolo Etoile Academy a Tuscania. Dopo questa esperienza ha subito inizio il suo lavoro all’interno della variegata realtà di Campoli Azioni Gastronomiche Srl, , dove riesce ad esprimere la propria passione per il mondo dell'enogastronomia e della cultura alimentare in diversi modi, occupandosi di project management in ambito di marketing e comunicazione e consulenza per il food service a 360°, oltre ad essere il braccio destro di Fabio Campoli e parte del team editoriale della scuola di cucina online Club Academy e della rivista mensile Facile Con Gusto.

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