Al Museo della Frutta

Sorge a Torino nel museo Francesco Garnier Valletti, e racconta la frutta attraverso modelli artificiali tanto diversi e belli da sembrar veri

Al Museo della Frutta

In un’epoca in cui siamo abituati a musei tecnologici, super virtuali, con effetti tridimensionali e proiezioni di ologrammi, il museo Francesco Garnier Valletti, meglio conosciuto come Museo della Frutta, appare una realtà fuori dal tempo. Ma, la frutta non passa mai di moda, bella colorata e profumata, buona e salutare vale una visita al museo! 

Non vi sembri infatti una bizzarria, perché questo progetto nasce dalla necessità di tutelare la biodiversità, tema oggi caro a molti. Prima ancora della tutela è necessario conoscere, apprezzare e valorizzare la biodiversità, tutto l’insieme di conoscenze del patrimonio agrario e biologico che è stato e continua ad essere punto di riferimento per lo sviluppo del settore. Ogni innovazione, ogni passo avanti deve tenere conto della strada fatta, e questo vale anche nel settore delle colture; abbiamo imparato con il tempo a recuperare e apprezzare frutti antichi, dalle interessantissime proprietà e con un valore economico e sociale non trascurabile. 

Il museo, inaugurato il 12 febbraio del 2017 a Torino, è intitolato a Francesco Garnier Valletti, un personaggio estroso, solitario, geniale, artigiano, scienziato e artista, ultimo modellatore e riproduttore di frutti artificiali. Il corpo centrale del museo è infatti dedicato alla collezione pomologica di più di mille frutti artificiali plastici modellati a fine Ottocento per la sezione operativa dell’Istituto Sperimentale per la nutrizione delle piante di Torino. Sono riprodotte fedelmente numerose varietà di mele, pere, pesche, albicocche, susine, uve.

Ma qualcuno di voi si starà certamente domandando... perché tanto interesse per dei frutti finti? Perché il museo rappresenta l’occasione per porre l’attenzione sulla svolta, avvenuta tra Ottocento e Novecento, che ha trasformato la produzione ortofrutticola da artigianale a industriale, con l’introduzione di nuovi metodi di coltivazione, di conservazione mediante il freddo, di distribuzione e consumo. E’ infatti presente, tra le altre cose, il primo impianto italiano di refrigerazione sperimentale della frutta che rappresenta la prima risposta innovativa e scientifica ai nuovi bisogni della società.

La conservazione e la valorizzazione del passato permette, oggi, di conoscere e programmare un'agricoltura sostenibile e adatta ai tempi che cambiano e che presentano via via necessità differenti. Le ricerche e le innovazioni in campo botanico e agronomico di ieri sono la base delle innovazioni e delle ricerche biotecnologiche di oggi. Il confronto tra passato e presente consente di osservare varietà ortofrutticole abbandonate nei decenni (per ragioni essenzialmente economiche) che vengono oggi riscoperte e riproposte sul mercato riproponendo alla varietà anche la qualità di frutti antichi e dimenticati.

Torino non rappresenta comunque un esempio isolato di museo dedicato alla frutta. Per rimanere in territorio italiano possiamo citare il Museo altoatesino di frutticoltura (Südtiroler Obstbaumuseum) che si trova a Lana, chiamato anche Museo della mela. Il museo (inaugurato nel 1990) rappresenta uno sguardo a tutto tondo sulla vita contadina e sulla coltivazione delle mele in un territorio che vanta la più vasta area coltivata, con 50milioni di meli e una produzione pari al 10% del totale.

Con un salto spaziale possiamo arrivare fino in Giappone, dove vale la pena visitare il Museo della frutta di Yamanashi (vicino al Monte Fuji) interamente dedicato agli alberi da frutto. E’ stato progettato tra il1992 e il 1995, inaugurato nel 1997, con una struttura che richiama nell’organizzazione degli spazi il ciclo di vita della frutta. 
Nella splendida isola caraibica di Martinica, nelle Antille francesi, troviamo invece un museo realizzato all’interno di una lussureggiante piantagione, con un percorso conoscitivo e gastronomico interamente dedicato alle banane.

Vari sono nel mondo addirittura i musei dedicati al sidro di mele: ne troviamo in Francia (Musée regional du cidre), in Svizzera (Momo), in Spagna (Museo de la sidra de asturias), nel Regno Unito (Mill house cider museum e Hereford cider museum). Quelli dedicati alla frutta possono essere forse un po' fuori dagli schemi, ma per ogni museoc’è sempre un perché e vale sempre una visita, un viaggio ricco di esperienza ed emozione!


Fonte: Museo Della Frutta

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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