Fa male alla salute? Non si tratta necessariamente di un’esperienza negativa, ma è importante tener conto della salute psicofisica
E’ l’”isola di plastica” presente nell’oceano Pacifico, formata da una quantità di spazzatura che si ingrandisce in modo sempre più preoccupante
E’ da ormai diverso tempo che una inquietante notizia ha fatto il giro del mondo intero: quella dell’esistenza di un’isola (e non si tratta di un caso unico) originata da una massa di rifiuti non biodegradabili, che si muove indisturbata tra le acque dell’oceano Pacifico.
Da quel momento in poi è iniziata una sorta di monitoraggio di questo fenomeno, portata avanti da diverse organizzazioni e fondazioni per l’ambiente, come l’olandese Ocean Cleanup, che è recentemente tornata nella discarica galleggiante per tenerne sotto controllo l’evoluzione della situazione. La scoperta si fa sempre più allarmante: oramai l’isola presente tra California e Hawaii trasporta 80.000 tonnellate di plastica, chiamate al raduno dalle correnti oceaniche. Un numero che si traduce in una superficie inquinata marina che ha oramai raggiunto dimensioni pari a tre volte il territorio nazionale francese.
Questo dato ottenuto da navi e aerei della fondazione olandese rivela una grandezza spropositata del fenomeno, di ben 16 volte superiore rispetto alle stime iniziali. Un’isola che in realtà non è altro che una “zuppa”, ovvero una concentrazione di rifiuti superiore al chilogrammo per metro quadrato d’acqua, che sta diventando non certo calpestabile come una nuova terra emersa, ma sempre più densa.
Quasi la metà dell’isola inquinante è formata da reti da pesca; la restante parte è solo una quota dei 320 milioni di tonnellate di plastica prodotti ogni anno nel mondo. Uno dei frammenti di questo materiale rinvenuti sul posto ha ancora stampigliato l’anno di produzione, ovvero il 1977, a dimostrazione ultima della preoccupante resistenza della plastica nel tempo, alla quale ancora non si è trovata una soluzione internazionale, se non di ridurne drasticamente l’uso (come già sta accadendo gradualmente in tanti paesi del mondo).
Fonte: La Repubblica
Scritto da Redazione ProDiGus
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