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Ciò che mangiamo può influire anche sul nostro umore, ed essere co-responsabile di patologie come depressione e attacchi d’ansia
“Mens sana in corpore sano” è la citazione latina forse più famosa al mondo. Non è ugualmente noto a tutti, invece, che anche la salute mentale dipende dal modo in cui ci si nutre, da quello che si mangia. Ad affermarlo è il dottor Pier Luigi Rossi, specialista in Scienze dell’Alimentazione.
Le sue dichiarazioni confermano i risultati degli studi più recenti sul nostro apparato gastrointestinale e sul prezioso patrimonio di benessere (lo è quando tutto funziona perfettamente) rappresentato dal microbiota. Diverso da individuo a individuo; a ciascuno il suo microbiota e la responsabilità di curarsene.
Il nome, che alle orecchie di qualcuno potrebbe sembrare enigmatico, identifica il complesso di batteri naturalmente presenti (autoctoni e di origine ambientale) nei tratti digestivi dell’uomo, come degli animali. In altre parole, la famosa flora batterica. Questa popolazione di microrganismi ci aiuta a combattere le malattie e ad assimilare le sostanze contenute in quello che mangiamo. Una sorta di esercito amico, quindi, che bisognerebbe difendere dagli attacchi degli avversari. Il primo dei quali può essere rappresentato da abitudini alimentari scorrette oppure da uno stile di vita non appropriato.
Conservare il microbiota, formidabile risorsa naturale a nostra disposizione, è fondamentale per garantirsi una salute potenzialmente buona. Esso è presente ovunque nel nostro corpo; quello che dimora nell’intestino pesa un chilogrammo e mezzo e raccoglie ben 500 specie diverse di batteri. Un’area estremamente interessante per gli studi medici, perché a differenza di altre cose (la genetica per esempio), il microbiota può essere modificato. Il professor Rossi ha spiegato che ogni volta che mangiamo interveniamo sul nostro patrimonio batterico; un’alimentazione scorretta renderà aggressivo il microbiota, con il conseguente rischio di andare incontro a diverse patologie, anche della psiche. La depressione, l’ansia, il tono basso dell’umore possono essere il frutto di uno squilibrio intestinale.
Il medico ha tenuto a sottolineare che, in ogni caso, non esistono cibi da demonizzare. Sono le combinazioni degli alimenti, la frequenza con la quale si assumono certe sostanze e le loro quantità ad essere determinanti, nel bene e nel male. Conoscere meglio il proprio intestino è importante per capire come preservarne le risorse e rivolgersi a professionisti come il dottor Rossi aiuta senz’altro a rispettare la prescrizione latina, ad avere una mens sana in un corpo altrettanto sano.
Fonte: ANSA
Scritto da Redazione ProDiGus
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