Il cavolo marino

Anche detto "seakale"; il cavolo marino non è un'alga, ma un ortaggio da gourmet: ecco le sue caratteristiche tra sapore e proprietà

Il cavolo marino

Il suo nome scientifico è Crambe maritima L.; il nome del genere Crambe deriva dal greco krámbë che vuol dire cavolo, ed è quello a cui appartengono le piante erbacee della famiglia delle Crucifere o Brassicacee. E’ il cavolo marino, chiamato anche seakale o colewort di mare o ancora scorbuto, una pianta perenne che cresce spontanea lungo le coste del Nord Europa, dal Nord Atlantico al Mar Nero.

Il motivo per cui la pianta è chiamata cavolo di mare si riferisce in parte ai luoghi d’origine; le sue foglie fino a circa un secolo fa venivano messe in salamoia e imbarcate per i lunghi viaggi in mare perché si pensava che potessero prevenire i naviganti dallo scorbuto che giustifica l’altro suo nome. Coltivato comunemente in Europa e raramente negli Stati Uniti, il cavolo marino divenne un ortaggio popolare in Gran Bretagna nel XVIII secolo e ancor più agli inizi del secolo successivo, quando fu citato nel manoscritto Thomas Jefferson’s Garden Book.

Questo volume contiene informazioni sulle varietà di ortaggi, frutti, fiori e alberi piantati, luoghi di semina, date di raccolta e annotazioni sulle condizioni meteorologiche nel periodo compreso tra il 1766 e il 1824. Il cavolo marino fu servito in tavola al Royal Pavilion di Brighton a Giorgio IV, Principe Reggente del Regno Unito dal 1815 al 1822. Le sue foglie carnose sono di colore leggermente bluastro e i fiori, riuniti in racemi, sono bianchi o rosati e il loro profumo dolce attrae le api in primavera.

Il cavolo marino o seakale è commestibile in tutte le sue parti - foglie, fiori e radici - ed è per questo che la sua coltivazione non ha solo scopo ornamentale. I frutti sono baccelli sferici e ciascuno contiene un singolo seme. Si riproduce per seme o per talea del suo rizoma e si adatta facilmente a vari ambienti climatici resistendo a siccità, gelo e salsedin. I fiori del seakale sono commestibili: si raccolgono prima che si aprano e si cuociono a vapore come i comuni broccoli; le foglie più tenere si possono servire anche crude in insalata e il loro sapore richiama leggermente quello delle nocciole.

Le foglie più grandi sono dure e amare ed è per questo che solitamente si raccolgono durante l’accrescimento della pianta, ma si può anche effettuare lo sbiancamento dei germogli coprendo le radici con dei ciottoli per mantenerli teneri oppure coprendo l’intero cespo con un telo scuro. Nel Medioevo le parti tenere del cavolo di mare si consumavano dopo averle lessate; quando in Inghilterra divenne un ortaggio gourmet lo si cucinava a vapore accompagnato da salsa olandese o besciamella, oppure semplicemente condito con burro fuso, sale e pepe. 

Photo via Canva

Scritto da Elena Stante

Laureata in Matematica nel 1981 presso l’Università degli Studi di Bari, dal 1987 al 2023 ha insegnato Matematica e Fisica presso il Liceo Ginnasio Aristosseno di Taranto .Ha partecipato ai progetti ESPB, LabTec, IMoFi con il CIRD di Udine e a vari concorsi nazionali ed ha collaborato con la nomina di Vice Direttore per la regione Puglia alla rivista online Euclide, giornale di matematica per i giovani. Le piace correlare la scienza al cibo, nonché indagare su storie e leggende, e con Prodigus inizia il suo percorso di redazione di contenuti golosi per gli utenti del web.

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