Da cosa dipende la consistenza delle caramelle (e come verificarlo con un esperimento in cucina)
Quale rapporto hanno i microrganismi con questo elettrodomestico? Ma soprattutto, le microonde sono in grado di distruggerli?
C’è chi nei suoi confronti ha una certa diffidenza, chi non lo acquisterebbe mai e chi invece non può farne più a meno. Parliamo del forno a microonde, elettrodomestico utile a scongelare, riscaldare e cuocere gli alimenti in modo più veloce e “pulito” del consueto. Almeno all’apparenza: perché il suo miracoloso funzionamento, generato dalle microonde che portano subito a “ribollire” le molecole d’acqua contenute negli alimenti, è sì un metodo rapido, ma nasconde comunque l’insidia della pulizia del forno stesso.
Dal momento che l’azione delle microonde si concentra nella zona centrale del piatto girevole alla base del forno, dando uno sguardo veloce notiamo spesso che il vano del forno è fondamentalmente pulito, e per questo non siamo portati spesso a sanificarlo a dovere al termine di ogni utilizzo. Il consiglio invece è esattamente questo, perché i vapori e alcuni schizzi che si sprigionano in seguito alle alte temperature raggiunte dal cibo si depositano sulle pareti a formare tanti “puntini” che rappresentano dei veri covi per la crescita dei batteri, incentivati dal “clima” caldo e umido che si crea all’interno del forno a microonde.
Angoli, zone nascoste sotti il piatto e pareti laterali sono in genere le parti più interessate da questo problema spesso troppo sottovalutato. E accanto alla pulizia, non bisognerebbe mai dimenticare di lasciare lo sportello del microonde aperto per 5-10 minuti al termine dell’utilizzo per consentire l’allontanamento dell’umidità formatasi internamente.
Ma sorge un’altra domanda riguardo alla relazione tra i due “micro”: gli alimenti sottoposti alle microonde possono ritenersi sicuri a livello di carica microbica al termine della cottura? In verità, le microonde non hanno un effetto diretto sui microorganismi: i batteri vengono eliminati, ma “indirettamente” grazie al sopra descritto effetto delle microonde sul surriscaldamento delle molecole d’acqua. Il calore prodotto uccide la maggior parte dei batteri patogeni nelle loro forme vegetativa, ma riesce in ciò naturalmente meglio in una zuppa o una minestra piuttosto che sugli alimenti solidi, che si riscaldano in maniera irregolare perché l’acqua al loro interno è contenuta in modo non uniforme.
E’ la motivazione che porta a sconsigliare la cottura di alcuni cibi solidi al microonde, ad esempio in particolare le carni di pollo e quelle di maiale, dal momento che pare le microonde non eliminino il rischio di trichinosi.
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Scritto da Redazione ProDiGus
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