Con i festeggiamenti di S.Cecilia, in Puglia si inizia a portare in tavola il Natale con delle frittelle…avvolte nella leggenda
Scopriamo insieme da dove nasce la tradizione che ricade puntuale ogni anno il 1° aprile e cosa ha a che fare con i prodotti del mare
Il primo giorno del quarto mese dell’anno solare cade una “ricorrenza” insolita, che soprattutto bambini e adolescenti sono pronti a celebrare: parliamo del pesce d’aprile, una tradizione non solo italiana, che consiste appunto nel mettere in atto i più svariati scherzi per burlarsi bonariamente delle proprie “vittime”.
Ma da dove trae origine il nostro “pesce d’aprile”? Si ipotizza che l'usanza tragga spunto da un’antica festività romana, gli Hilaria, celebrati ai tempi dell’Impero il 25 marzo in onore della dea Cibele, madre degli Dei. Lo scopo dei festeggiamenti era naturalmente l’arrivo della primavera, e si svolgevano processioni e giochi in onore della dea.
La particolarità degli Hilaria, che abbiamo ereditato fino ad oggi, stava nel permesso per tutti di dar vita a qualsiasi forma di divertimento: un tempo, persino nobili e cariche pubbliche avevano la predilezione per il mascherarsi in questo giorno.
Ma cosa c’entra tutto questo, allora, con il pesce? C’è chi racconta che il beato Bertrando di San Genesio avrebbe liberato miracolosamente la gola di un papa soffocato da una spina di pesce; per gratitudine, il pontefice avrebbe decretato che il 1° aprile non si mangiasse pesce. Un’altra ipotesi si lega invece all’attività di pesca primaverile di un tempo, quando accadeva che spesso i pescatori, nei primi giorni d’aprile, non trovassero pesci sui fondali, e tornando a mani vuote in porto venissero derisi.
Le leggende, come spesso accade, sono molteplici ed intrecciate, ma rappresentano un ottimo spunto per ricordarvi tutto il buono che c’è nel portare in tavola il pesce in aprile, sfruttando gli abbinamenti con gli ortaggi più deliziosi di questo periodo.
Scritto da Redazione ProDiGus
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