La bottiglia di vino di Spira

In Germania (dove è stata ritrovata e conservata) è nota come Römerwein, e rappresenta la più antica bottiglia di vino mai ritrovata

La bottiglia di vino di Spira

La bottiglia di vino di Spira conservata nel Museo storico del Palatinato di Spira (Germania)
Immagine tratta dal web (fonte: Wikimedia Commons)

Spira è una città dell’odierna Germania nella zona della Renania-Palatinato, situata lungo il corso del fiume Reno. Nei primi secoli dopo Cristo, queste terre furono zone di conquista della Roma imperiale. Storicamente la città di Spira sembra infatti essere uno dei più antichi insediamenti della zona, e infatti proprio qui sono state rinvenute delle tombe di epoca romana. 

In una di queste tombe, presumibilmente di un aristocratico romano del IV secolo d.C., sono stati rinvenuti alla fine del 1800 due sarcofagi, con le spoglie di un uomo e di una donna, e all’interno sono state anche delle bottiglie di vetro. Di queste, soltanto una contiene del liquido: si tratterebbe del vino più antico del mondo

Dopo una serie di analisi, infatti, molti studiosi convengono sull’ipotesi che si tratti appunto del vino più antico del mondo, cioè della bottiglia chiusa contenente vino più antica del mondo. All’interno della bottiglia, che ha una forma che richiama un’anfora con i manici, è presente un liquido chiaro sul fondo e uno strano miscuglio al di sopra di esso. 

Sembra che le bottiglie fossero state collocate nei sarcofagi - come era usanza dell’epoca - per il viaggio nell’aldilà dei defunti. Unica stranezza – a livello storico – sembra essere il materiale, perché era raro che il vetro venisse usato come materiale per conservare alimenti o liquidi, data la sua fragilità. La bottiglia è stata datata come risalente al 350 d.C. circa.

Da una serie di analisi è emerso che ormai non è più presente etanolo all’interno della bottiglia. Va detto che nell’antichità era usanza bere il vino sempre allungato, nonché speziato con elementi vari. Si riteneva fosse usanza “barbara” quella di bere il vino puro. Nella zona della Renania in particolare era usanza “correggere” il vino con una mistura di erbe, che potrebbe corrispondere al miscuglio che si intravede nella bottiglia. 

Per conservare il vino in epoca romana, o per conservare liquidi in generale, si usava dell’olio di oliva che per densità non si mescolava con i liquidi e si isolava il contenuto con della cera sciolta in superficie, come ricorda Petronio nella sua opera. Proprio queste abitudini hanno consentito una così lunga conservazione della bottiglia di vino di Spira, che si può ammirare facendo visita al Museo storico del Palatinato di Spira. Un dibattito costante vede confrontarsi diversi studiosi sulla convenienza di esporre al contatto con l’aria un prodotto che per così tanti anni si è conservato sigillato, per cercare di ottenere maggiori informazioni per lo studio più approfondito del prodotto stesso. Ma ancora oggi, si preferisce considerare che poter comunque anche solo ammirare un simile reperto è già un grandissimo privilegio, tale da non poterlo rovinare o addirittura perdere nel nome dell’approfondimento delle indagini sul contenuto. La bottiglia di vino di Spira resterà dunque per sempre avvolta da un alone di mistero.

Dopo la laurea in Lettere Antiche segue la passione per la cucina non smettendo mai di approfondirne l'essenza sia nella pratica che nell'approfondimento degli aspetti storici. Oggi cura varie attività che cura in qualità di chef e libero professionista, supportando diverse tipologie di aziende.

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