Cos'è il mamoncillo?

Frutto molto diffuso in Sud America, il mamòn si presenta fresco e dolce da gustare, o meglio, da succhiare!

Cos'è il mamoncillo?

Mamoncillo, mamòn, canepa, limoncillo, kenèp, quenepa, guaya: tanti nomi per un unico piccolo frutto esotico, poco conosciuto, ma interessante sia dal punto di vista nutrizionale che del gusto. Originario delle zone tropicali e particolarmente diffuso in sud America (nella zona compresa tra la Colombia, il Venezuela e i Caraibi), è un frutto “da succhiare” offerto da una pianta nota in botanica come Melicoccus bijugatus, appartenente alla famiglia delle Sapindaceae.

Quello su cui cresce il mamoncillo è un albero perenne sempreverde, di media grandezza (che in genere non supera i 25/30 metri) a crescita piuttosto lenta e dai fiori bianchi. Il frutto è una drupa edibile, rotonda e verde, con una buccia sottile e liscia, contenente un grosso seme avvolto da una polpa traslucida, di colore giallo tendente al salmone e all’arancio. La consistenza, leggermente fibrosa e gelatinosa, regala un gradevolissimo sapore acidulo che diviene più dolce a frutto pienamente maturo (da fine luglio ad ottobre).

Generalmente, il mamoncillo si mangia fresco (la polpa succosa si presta ad essere “succhiata”) tuttavia, con un po' di pazienza (la resa è infatti decisamente bassa e la polpa va grattata via da ogni seme), se ne possono ottenere gustose marmellate e gelatine. Buono anche il succo che se ne estrae, perfetto da aggiungere alle bevande fresche ed estive. I semi sono tradizionalmente consumati dagli indigeni, che abitano le rive del fiume Orinoco, arrostiti come surrogati della manioca. E’ possibile trovare frutti conservati in scatola e semi tostati dal sapore che ricorda quello degli anacardi.

I benefici attribuiti a questi piccoli frutti sono numerosi: ricchi di ferro e fosforo, vitamine A, B e C, attivano il sistema immunitario evitando la proliferazione di virus e batteri, contribuiscono a migliorare gli epiteli e sono un buon coadiuvante nel trattamento delle patologie renali oltre a contrastare ipertensione e problemi cardiovascolari. Buono anche l’apporto di amminoacidi. L’apporto calorico è ridotto, con circa 48 kcal per 100 grammi di polpa, 1 grammo di carboidrati, 0,5 grammi di proteine e 12,5 grammi di fibre.

Nella medicina tradizionale, si utilizzano sia la polpa che le foglie del mamoncillo come rimedio per contrastare la stipsi grazie alla proprietà lassativa propria dei semi, efficaci anche per curare l’insonnia. Nella stagione estiva, alle latitudini tropicali dal Sud America fino all’India, attraversando la Colombia, il Venezuela, il Messico, i Caraibi e le Galapagos, fino a toccare addirittura le Hawaii e il sud della Florida e della California, il mamoncillo si unisce alla grande varietà di frutta che si commercializza nelle strade e nei supermercati. Attenzione però ad un particolare: se vi cimenterete con il frutto fresco da mangiare, come da abitudine locale, intaccandone la buccia e succhiandone la polpa, fate attenzione al seme che, scivoloso, può essere ingoiato accidentalmente con rischio di soffocamento. Se invece vi troverete a Puerto Rico (nella località di Ponce), potrete partecipare (tra agosto e settembre) nientemeno che al Festival Nazionale della quenepa!  

Photo via Pixabay

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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