Quando il racconto del “lavoro vero” in cucina funge da spunto per riflessioni che vanno “oltre le mode”
Scopriamo ingredienti, origini ed evoluzioni dello storico cocktail "salato" a base di succo di pomodoro e vodka
Attraverso la memoria cinematografica di ognuno di noi, partendo dai cult movies e passando per il film del cuore, approdando alle grandi serie tv, si manifesta nitida nella mente di ciascuno di noi almeno una scena in cui i protagonisti sono seduti al bancone di un bar - vuoi per brindare ad un traguardo importante o per annegare i pensieri di una giornata "no" - a sorseggiare disinvolti un cocktail color rosso fuoco, con le verdi foglie del sedano a far capolino da un highball (bicchiere tumbler alto). Stiamo parlando, naturalmente, dell'iconico Bloody Mary.
E di già il nome, regale quanto ammiccante, la dice lunga su uno dei cocktail ancor oggi più richiesti al mondo, presente nella lista dell'IBA (International Bartender Association) tra la categoria dei contemporanei classici. Le sue origini si circondano di diverse leggende: la prima vede il Bloody Mary dedicato a Maria I Tudor detta "la sanguinaria" - regina d'Inghilterra e d'Irlanda che regnò dal 1553 fino alla sua morte - in riferimento al rosso del succo di pomodoro, suo ingrediente di base.
Altre urban legends raccontano invece che fu solo nel 1920, grazie a Fernand Petiot - barman che lavorava nel New York Bar a Parigi e che divenne in seguito celebre presso l'Harry's Bar. Altre ancora associano il Bloody Mary ad un barman del St. Regis Hotel che diede vita ad una variante del Red Shopper cocktail, chiamandolo "Mary" in onore dell’attrice Mary Pickford. Esiste anche un'altra leggenda, un po' più macabra e romanzata, che lega il Bloody Mary allo spirito di una ragazza sepolta viva (tale Mary) che lanciò una maledizione secondo la quale a chi avesse nominato 3 volte il nome Mary davanti uno specchio, sarebbe apparsa una strega.
Qualunque sia la vera storia, la ricetta base del Bloody Mary è la seguente:
6 cl di VODKA
6 cl di SUCCO DI POMODORO
4 prese di SALE
2 prese di PEPE DI CAYENNA
2 prese di PEPE NERO
WORCESTERSHIRE SAUCE (sul fondo del bicchiere)
SUCCO DI LIMONE e GHIACCIO
Nel tempo si è passati a diverse varianti, che vedono declinazioni dissimili di ciascun ingrediente - spiritoso o meno - del Bloody Mary. Partiamo dalla vodka, che viene sostituita, nella versione del cocktail "Bunny Mary", con una parte di gin o con acqua frizzante per una versione analcolica, mentre al succo di pomodoro viene sostituito succo di carota, limone, aneto. Questa versione è ottima per essere degustata durante un brunch, in accompagnamento a sottaceti e olive (perchè no anche farcite)..
Ma la libertà creativa dei mixologist non ha confini, soprattutto alcolici, ed ecco che qualcuno ha pensato anche di sostituire la vodka con la tequila messicana dando vita ad un Vampire Cocktail, che diventa più adatto ad accompagnare un pasto che da sorseggiare all'ora dell'aperitivo, arricchendosi anche di rondelle di cipolle e peperoncino, miele e succo di agrumi. Con il sakè si parla invece di Bloody Geisha, con il rum di Bloody Pirate, con lo sherry il Bloody Bishop: paese che vai, Bloody Mary che trovi!
C'è poi ancora la Michelada, bevanda ispirata al Bloody Mary ma a base di birra lager miscelata al succo di pomodoro arricchito con peperoncino, lime e tabasco, servito in un bicchiere orlato di sale proprio come accade in un Margarita. Molto amata in America, la Michelada si distingue anche per l'utilizzo di un particolare prodotto alternativo al succo di pomodoro, ovvero il clamato: si tratta pur sempre di succo di pomodoro, ma arricchito con brodo di vongole (in inglese clam significa per l'appunto vongola, che nella curiosa denominazione del prodotto si fonde con il termine tomato). Nasce così il Bloody Caesar, tra i cocktail più apprezzati in Canada, ottimo per accompagnare brunch che prevedono anche portate di mare.
Ancora altre versioni che partono dal Bloody Mary ma lo diversificano, vedono l'impiego di diversi tipi di birre (più leggere, più frizzanti o persino le porter, più scure e corpose al palato) e danno vita alle più disparate "bloody beer", fresche e,ideali da sorseggiare sia in estate che in inverno come aperitivi. C'è chi ha pensato di inserire nel tradizionale cocktail salato anche la carne: qualcuno ha inserito il bacon, altri addirittura il guanciale in ricordo dell'amatriciana, e altri ancora ne propongono l'abbinamento a tavola con batture e tartare di carni bovine di prima qualità. Il Bloody Mary si presterà ottimamente anche all'abbinamento con i formaggi nostrani, a partire dai pecorini freschi.
Tutto è declinabile in un connubio di aromi e sapori alle volte ai limiti dell’immaginario, ma che varrà sempre la pena provare:prima di giudicare: e chissà, potreste dar vita anche voi a qualcosa di nuovo e originale da bere a casa vostra in stile "bloody"!
Photo made in AI
Scritto da Francesca Di Giammarco
Buongustaia di nascita, gastroamatrice per indole, la sua curiosità per le materie prime, le preparazioni e il mondo del food la fanno approdare a scienze e culture enogastronomiche all'Università di Roma Tre. Da qui in poi, il "menù" delle sue esperienze è sempre in nuova e appassionante costruzione.
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