Allarme spot birra

La pubblicità delle bevande alcoliche potrebbe avere un ruolo decisivo nell’incentivare soprattutto i giovani al consumo

Allarme spot birra

Le principali aziende produttrici di alcolici, soprattutto quelle rivenditrici di birra, sembrerebbero aver messo in atto una strategia pubblicitaria molto redditizia. Non è certo un segreto, infatti, che i più giovani ne siano i principali fruitori, risultando così molto esposti al mondo pubblicitario. La loro stessa giovane età causa una carenza di spirito critico per individuare i vari tranelli che si celano dietro ad umorismo, animazioni, voci particolari ed effetti speciali.

Di certo è stata presa una vera e propria scelta d’investimento di grandi somme di denaro in questa strategia di mercato, anche se in molti paesi è previsto un limite di età, per l’acquisto di bevande alcoliche. Il legame che esiste tra le spese dei produttori e la familiarità dei giovani con questi prodotti è stato sottoposto ad un’indagine da parte dei ricercatori dell’Università dell’Iowa.

Un loro sondaggio sulla frequenza del consumo di birra, condotto su un campione di oltre 1500 studenti delle scuole medie e superiori, conferma che un individuo su due l’ha bevuta almeno una volta nell’anno precedente, il 31% nel mese precedente, e ben il 43% degli intervistati, ha affermato di consumarla in quantità molto elevate.

Ai ragazzi è stato chiesto anche quale fosse il genere di pubblicità televisiva preferito: il 32% predilige quelle legate a bevande alcoliche; il 31% quelle delle bibite analcoliche; il 19% le pubblicità riguardanti il mondo della moda; il 14% le pubblicità di automobili; infine quelle legate allo sport, per il 9% degli intervistati.

Il dato interessante sta nel fatto che in alcuni casi, la birra bevuta era effettivamente il soggetto della pubblicità preferita. Nella pubblicazione su Addictive Behaviours Reports si menziona inoltre che la birra per la quale viene investita la maggior quantità di denaro in pubblicità, ovvero la Budweiser insieme alla sua versione light, è nota al 99% dei ragazzi di scuole medie e superiori. Corona e Heineken, che affrontano spese pubblicitarie minori ma ugualmente consistenti, sono conosciute rispettivamente dal 65% e dal 79% degli studenti.

Da questi studi però, emerge anche un dato decisamente scioccante: l’aumento dell’alcolismo tra i giovani, strettamente legato alla loro sottovalutazione del problema. L’alcol è vissuto come vizio meno pericoloso, percepito come “meno vietato” rispetto alle sostanze stupefacenti.

Sarebbe utile riuscire a studiare in che modo i giovani si avvicinano all’alcol e come nasce questo interesse, per riuscire a combattere queste abitudini sin dal prevenirle.


Fonte: Il fatto alimentare

Scritto da Redazione ProDiGus

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