Un film commedia a tema culinario che affronta con tenerezza il tema dello scontro-incontro di culture differenti a tavola

Abe

Oggigiorno l’evoluzione smart della televisione ci dà modo di guardare un maggior numero di contenuti, peraltro suggerendoceli in base alle nostre preferenze personali. Accade così di imbattersi in pellicole cinematografiche a noi sconosciute ma assolutamente piacevoli da guardare: è il caso di Abe, uscito nel 2019 e diretto da Fernando Grostein Andrade

Abe non è un acronimo, ma il nome con cui desidera essere chiamato un dodicenne di Brooklyn: vive infatti circondato da membri di una famiglia che si presenta per metà israeliana (da parte di sua madre) e lo chiama Avraham, e per l’altra metà palestinese (da parte di suo padre) che invece lo chiama Ibrahim. E per non finire, i suoi genitori sono atei, e sin dalla nascita lo chiamano Abraham.

Abe non riesce ad abbracciare ancora una specifica cultura: cerca di carpirne le differenze, ma si ritrova a fare domande agli adulti della sua famiglia che si rivelano aggressivi ed assolutisti: nella maggior parte dei casi, la loro risposta ai dubbi di Abe è l’iniziare a litigare fra di loro. Ma per fortuna il ragazzino ha una passione ben definita che rappresenta il suo rifugio da una confusa realtà: è la cucina, che lo trascina anche nel mondo dei social network, dove ama condividere le foto delle sue primordiali creazioni con i coetanei e ricevere commenti e like. Un “mondo parallelo” che gli fa compagnia e lo fa sognare. 

Nel giorno del suo compleanno, Abe prepara da sé la sua torta di compleanno. Nel corso della festa. i suoi parenti scelgono di rivelargli e spiegargli di essere di due religioni diverse, ovvero ebrei e musulmani. Al momento di intonare il canto augurale per Abe, ciascuno lo interpreta a modo proprio secondo la propria cultura, noncurante di sovrastarsi l’un l’altro, davanti allo sguardo perso del ragazzo confuso e sconfortato, per il quale nessuno della famiglia ha avuto cura di pensare a portare le candeline. 

Abe si ritrova così a riflettere sui divari incolmabili nella sua parentela: pensa che ogni idea da escogitare per avvicinarli sarebbe vana al sol pensare che una sua zia musulmana fa i falafel con i ceci mentre l’altra di religione ebraica lo convince che la versione più antica e originale sia solo quella che prepara lei, a base di fave. Curiosando sui falafel tra ricette e racconti sul web, Abe s’imbatte in un articolo che racconta di uno chef afro-brasiliano che promuove nella sua zona la cucina fusion come mezzo d’incontro fra culture diverse. Un giorno, mentre i suoi genitori litigano sempre sugli stessi argomenti, Abe sgattaiola fuori di casa e raggiunge il ristorante localizzandolo con lo smart phone, facendo conoscenza dello chef Chico e assaggiandone gli speciali falafel d’ispirazione caraibica a sua cura. 

Abe inizia a far tentativi in proprio cimentandosi nella cucina fusion. Quando presenta un’improbabile taco al giudizio dello chef, lui subito lo boccia sostenendo che la cucina fusion sia ben altro e necessiti di basarsi su un nuovo livello di pensiero. È dimostrando allo chef di conoscere a menadito terminologie e ingredienti di cucina che Abe riesce ad ottenere ciò che desiderava sin dal principio: avere l’opportunità di dargli una mano concreta in cucina per apprendere da lui il giusto approccio al mestiere

Abe inizia a imparare e divertirsi. Chico si dedica anche a fargli degustare diversi cibi in purezza per insegnargli “la mappa dei sapori”. Il film diventa un crescendo di esperienze ma anche di idee per Abe, che intende fortemente riuscire a usare la cucina come mezzo per far andare finalmente d’accordo entrambe le culture e le religioni della sua famiglia. Inizialmente sembrerà non riuscirci ma… a voi scoprire il finale. 

Guarda il trailer del film Abe (2019) 
 

Scritto da Sara Albano

Laureata in Scienze Gastronomiche , raggiunta la maggiore età sceglie di seguire il cuore trasferendosi a Parma (dopo aver frequentato il liceo linguistico internazionale), conseguendo in seguito alla laurea magistrale un master in Marketing e Management per l’Enogastronomia a Roma e frequentando infine il percorso per pasticceri professionisti presso la Boscolo Etoile Academy a Tuscania. Dopo questa esperienza ha subito inizio il suo lavoro all’interno della variegata realtà di Campoli Azioni Gastronomiche Srl, , dove riesce ad esprimere la propria passione per il mondo dell'enogastronomia e della cultura alimentare in diversi modi, occupandosi di project management in ambito di promozione, eventi e consulenza per la ristorazione a 360°, oltre ad essere referente della comunicazione on e offline di Fabio Campoli e parte del team editoriale della scuola di cucina online Club Academy e della rivista mensile Facile Con Gusto.

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