Milk punch: una passione americana

Ogni 4 luglio in USA si festeggia il Giorno dell'Indipendenza: celebriamolo scoprendo il milk punch, inventato da uno dei padri fondatori

Milk punch: una passione americana

Independence Day: ogni 4 luglio gli Stati Uniti d’America sono in festa per commemorare la Dichiarazione di Indipendenza che avvenne nel 1776, quando ottennero l’autonomia dalla Gran Bretagna. Fino a quel momento, infatti, il territorio statunitense era di fatto parte dell’Inghilterra e le 13 colonie (antenate degli attuali Stati Uniti) erano conosciute come l’America Britannica.

Lo spirito nazionalista degli americani è ben noto, conseguenza storica di un articolato processo di immigrazione che ha visto mescolarsi persone, usi, costumi e tradizioni molto diverse che, man mano, si sono amalgamate cercando l’identificazione in una Patria unica e unita. Ogni occasione e ogni ricorrenza storica rappresenta, pertanto, l’occasione perfetta per rinnovare l’orgoglio a stelle e strisce. Ma il 4 luglio è molto più di una semplice ricorrenza: è un momento saliente dell'anno per ricordare e celebrare la consapevolezza dell’essere americani, rinnovando con orgoglio i principi e i valori dei Padri Fondatori (tra gli altri George Washington, Richard Henry Lee, Thomas Jefferson, James Madison, Benjamin Franklin): l’uguaglianza, il diritto alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità.

Tra sfilate di quartiere, parate, concerti, spettacoli di ogni tipo e fuochi d’artificio, nel giorno dell'indipendenza americana tutto questo viene vissuto rigorosamente in compagnia di amici e familiari: e quale migliore circostanza per condividere anche un posto a tavola, tra piatti e bevande tradizionali? La cucina americana non è solo hamburger, costine di maiale, hot dog, pancakes e donuts!

Tre sono i colori simbolo degli Stati Uniti, il rosso, il blu e il bianco, che non mancano di dipingere il Paese soprattutto nel giorno dell’Indipendenza. Questo avviene anche a tavola dove il bianco è rappresentato dall’iconico milk punch, immancabile da condividere con amici e parenti, la cui ricetta originale si deve a Benjamin Franklin, grande appassionato ed estimatore del punch.

Fu proprio lui nel 1763, congedandosi dalla sua attività a Boston, a scrivere a James Bowdoin (amico di penna e futuro governatore del Massachussets) consegnandogli la ricetta “che desiderava” del milk punch, bevanda che sintetizza la tradizione inglese e quella americana. L’Inghilterra del Settecento era, infatti, ricca di liquori forti ma, ovviamente, povera di refrigeratori e la chiarificazione risolse in qualche modo il problema. La tradizione vuole che fu una casalinga, tale signora Mary Rockett, che nel 1711 sperimentò la prima ricetta del punch al latte chiarificato. Il brandy, ingrediente base, veniva combinato con succo di limone, zucchero e acqua e mescolato con latte caldo. Dopo aver riposato per circa un’ora, la miscela veniva filtrata con un tessuto di flanella per ottenere un elisir chiaro, limpido e a lunga conservazione (cosa importante ai tempi).

La ricetta “madre” di Franklin, consegnata all’amico e alla tradizione, prevedeva le scorze sottili di 44 limoni fatte macerare per ventiquattro ore in 5 litri di brandy e poi filtrate. A questo si aggiungevano successivamente 3,7 litri di acqua, 4 grosse noci moscate grattugiate, 1,9 litri di succo di limone, 900 grammi di zucchero. Sciolto completamente lo zucchero, il tutto veniva unito a 2,8 litri di latte precedentemente portati ad ebollizione. La miscela era lasciata riposare per due ore e poi definitivamente filtrata con un panno per ottenere una bevanda limpida, pronta per essere imbottigliata e conservata a lungo.      

L’origine e la diffusione del punch si deve agli inglesi e le prime ricette “americane” di punch al latte erano per molti versi somiglianti al posset e al syllabub. Mescolare latte o panna ad alcolici era infatti una pratica molto diffusa nell’Inghilterra dell’epoca. La peculiarità del punch al latte è il processo di chiarificazione, consentito dalla cagliata del latte che permette di ottenere, tramite la filtrazione, una bevanda particolarmente limpida e piacevole al gusto e alla vista. La chiarificazione è infatti il processo che rimuove le impurità che rendono torbido un liquido. Nel milk punch l’aggiunta del latte all’alcool costringe le proteine della caseina del latte a legarsi con i polifenoli dell’alcol; la cagliata che si forma ne permette successivamente la filtrazione.

La popolarità di questa bevanda si deve soprattutto alla sua stabilità e all’alta capacità di conservazione che l’ha resa storicamente ideale per l’imbottigliamento e la vendita. Si pensi che nel 1838 la Regina Vittoria emise un mandato reale alla compagnia di Nathaniel Whisson come fornitore di punch al latte per Sua Maestà. Anche la letteratura si fa portavoce della fama del milk punch che viene bevuto dal Signor Pickwick, dal signor Bob Sawyer e dal signor Benjamin Allen nel capitolo 49 di The Pickwick Papers. Le versioni moderne ne prevedono varianti servite calde o fredde, shakerate con ghiaccio e riviste con aggiunta di altri ingredienti (succo di lime o di arancia, essenza di vaniglia) per crearne cocktail di tendenza; tuttavia, almeno una volta, il milk punch si deve gustare nella sua versione tradizionale!

Photo made in AI

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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