Cos'è lo snake fruit?

Proviene dal lontano Sud-est asiatico e si chiama salak o “frutto serpente”: scopriamone insieme le caratteristiche e il sapore

Cos'è lo snake fruit?

Mai sentito parlare di snake fruit? Originario del Sud-est asiatico, si tratta di uno dei frutti più bizzarri, che la maggior parte di noi non conosce ma che riserva interessanti sorprese, sia per il gusto che per le proprietà nutrizionali.

Detto frutto serpente o salak (il nome scientifico della specie è Salacca zalacca) è un frutto da palma coltivato prevalentemente nel continente asiatico (soprattutto Malesia, Indonesia; Thailandia e Birmania) ed ha un aspetto decisamente curioso caratterizzato dalla tipica forma a goccia (che ricorda un po' quella del fico) e una spessa buccia esterna di colore bruno-rossiccio che ricorda le squame di un serpente (da cui appunto il nome) con una polpa soda e croccante di colore chiaro, bianco-giallastra. I frutti crescono a grappoli su foglie lunghe (fino a sei metri) e spinose, cosa che rende peraltro la raccolta molto difficoltosa.

Al primo assaggio, il gusto del salak / snake fruit ricorda un mix tra ananas, miele e agrumi, a metà tra il dolce e l’aspro. All’interno il frutto è diviso in tre lobi, separati da una membrana sottile e trasparente, che riprendono quasi la struttura dell’aglio, e contenenti ciascuno un seme. Non esiste un’unica varietà, le tipologie (una trentina) variano in relazione al colore e alla consistenza della polpa (più o meno soda, più o meno dolce); tuttavia la varietà più pregiata è la gula pasir (che significa chicchi di zucchero) che è anche la più dolce, mentre la varietà pondoh balinese è la più aromatica. 

Dal punto di vista strettamente nutrizionale, lo snake fruit è interessante per le proprietà antiossidanti che lo rendono un ottimo alleato contro l’invecchiamento; presenta inoltre una buona quantità di acido ascorbico e flavonoidi ed elevate concentrazioni di ferro, potassio e vitamina A. L’elevata percentuale di tannini e fibre rende il frutto un alimento indicato e consigliato nelle diete ipocaloriche dimagranti; contiene infatti, a seconda della varietà, dalle 80 alle 150 kcal per 100 grammi di prodotto edibile.

Dopo averlo privato della buccia esterna e della pellicola interna, lo si può consumare fresco al naturale (magari in aggiunta ad una macedonia) oppure lavorato in accompagnamento a preparazioni sia dolci che salate, essiccato, fritto o caramellato. E’ usato anche per preparare marmellate, succhi e bevande alcoliche ricordando sempre di eliminare i semi che non sono commestibili. Essiccati, i lobi possono essere conservati e persino consumati come una sorta di chips. In Asia il frutto al suo massimo grado di maturazione è utilizzato anche per produrre aceto e vino

Diffuso nei suoi territori d'origine e coltivazione anche come cibo di strada, disponibile tutto l’anno, è ancora però poco presente nei mercati occidentali dove è possibile trovarlo solo in negozi altamente specializzati; allo stato fresco oppure conservato in scatola. Lo snake fruit viene coltivato con un certo successo anche alle Hawaii

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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