La birra di Niels Bohr

Il fisico danese che fu premio Nobel nel 1922, nutriva una viscerale passione per la birra (e "probabilmente" influenzò il pay-off della Carlsberg)

La birra di Niels Bohr

Quando all’età di 25 anni il giovane fisico danese Niels Bohr giunse a Manchester quale allievo di Ernest Rutherford, quest’ultimo confidò ad un amico: ”Questo giovane danese è l’essere più intelligente che io abbia mai incontrato!”. E di stoffa Bohr ne aveva davvero; egli dette il suo importantissimo contributo nella formulazione di un modello atomico che gli valse l’assegnazione del premio Nobel nel 1922 e si può ritenere insieme ad Einstein uno dei padri della meccanica quantistica. La stima nei confronti di questo scienziato era alta fin da quando si trovava nella sua città natale Copenaghen, ed è evidente ciò che pensavano di lui leggendo i versi scritti dal fisico russo Vladimir A. Foch nel 1920, che iniziano così: 

Le faci accendete, riempite i boccali!
A Bohr, grande genio, le coppe levate!
Dell’idol le gesta cantando immortale
Le corde dell’epica lira suonate!
Felici i tuoi giorni, a Te lodi e onori,
Pulsare frementi tu fai in nostri cuori !...

Il riferimento ai boccali da riempire in onore dello scienziato non è casuale, dato che Bohr amava molto la birra e che il birrificio danese Carslberg con sede in Copenaghen provvide ad onorare degnamente il genio a tal punto che una leggenda metropolitana racconta che dopo l’assegnazione del premio Nobel l’azienda gli regalò una elegantissima abitazione nei pressi dell’azienda e che dal suo interno partiva una conduttura che consentiva a Bohr e la sua famiglia di spillare birra a piacimento.

Questa amena storia è stata smentita da biografi che hanno conosciuto lo scienziato, ma il legame tra la Carlsberg e Bohr esiste realmente. La Fondazione Carlsberg, fondata nel 1874 da J.C.Jacobsen, era ed è tuttora sostenitrice della scienza, tant'è che dal 1916 sosteneva finanziariamente Bohr per progetti, ricerche e acquisto di apparati sperimentali. Lo stesso Jacobson aveva lasciato scritto nel suo testamento che dopo la morte di sua moglie e di suo figlio la sua grande casa vicina al birrificio fosse assegnata a vita ad un uomo o una donna di prestigio nel mondo della scienza o della letteratura o dell’arte.Il primo residente onorario fu Harold Hoffding, tutor di Bohr, che vi restò fino al 1931, anno in cui la casa passò alla famiglia Bohr e in questo periodo ospitò importanti ricevimenti ufficiali.

L’ubicazione di questa sontuosa abitazione nei pressi della Carlsberg e il fatto che Bohr fosse amante della birra hanno reso credibile l’esistenza della conduttura che consentisse la spillatura domestica; certo è che la birra in questo caso avrebbe avuto un sapore sgradevole mentre è molto più veritiero che ci sia stata una fornitura gratuita alla famiglia Bohr dal 1932 al 1962.Tanti sono gli onori riservati a questo genio e forse perfino nella scritta “probably the best beer in the world” che si legge sull’etichetta della birra Carlsberg il termine “probably” è un sottile riferimento alla meccanica quantistica e il suo carattere probabilistico.


  
Photo via Pexels / Wikimedia Commons

Scritto da Elena Stante

Laureata in Matematica nel 1981 presso l’Università degli Studi di Bari, dal 1987 al 2023 ha insegnato Matematica e Fisica presso il Liceo Ginnasio Aristosseno di Taranto .Ha partecipato ai progetti ESPB, LabTec, IMoFi con il CIRD di Udine e a vari concorsi nazionali ed ha collaborato con la nomina di Vice Direttore per la regione Puglia alla rivista online Euclide, giornale di matematica per i giovani. Le piace correlare la scienza al cibo, nonché indagare su storie e leggende, e con Prodigus inizia il suo percorso di redazione di contenuti golosi per gli utenti del web.

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