Quando l’uva ghiacciata diventa vino!
Ovvero i cocktail a basso contenuto alcolico e analcolici, che diventano sempre più protagonisti di aperitivi e party “consapevoli”
Una volta si usava prepararli solo per bambini e ospiti astemi, mentre oggi sono di gran moda ovunque e spopolano soprattutto nelle metropoli e nelle città dove l’aperitivo è un rituale irrinunciabile. Sono i cocktail senza alcol, ossia i cosiddetti mocktail.
A determinarne il successo anche una nuova cultura del bere: la consapevolezza circa la necessità di non eccedere nel consumo di alcolici, una maggiore attenzione rivolta alla salute. I mocktail vanno bene non solo all’ora dell’happy hour, ma potenzialmente in qualsiasi momento della giornata e in qualunque circostanza. Sono un buon supporto durante gli incontri di lavoro, ma sono ottimi anche a casa, o per fare una pausa fuori dall’ufficio.
Di sicuro arricchiscono le relazioni sociali e rendono ancora più gradevoli i momenti di relax. E pensare che si tratti di bevande contraddistinte dalla parola “senza” è un errore. Non come i prodotti senza latte, senza glutine, senza uova, che naturalmente hanno la loro sacrosanta ragione d’essere. Sarebbe riduttivo definire i mocktail semplicemente come bevande “senza alcol”. Si tratta di qualcosa di completamente diverso. Qualcosa di nuovo. Il mocktail nasce da un bisogno, da un’esigenza ma acquisisce una personalità ben definita dalle altre bevande, in quanto frutto di un sapiente “mix”, non solo di bevande “classiche” ma anche di infusi speciali, estratti di frutta e verdura freschi, nonché spezie ed erbe aromatiche.
Un’altra cosa ancora è il light drink: una bevanda che contiene modiche quantità di alcol. I nomi Green Chino, Vanilla Tonic e Affinity Orange richiamano atmosfere rilassate, fresche e all’insegna dell’amicizia, e sono sono alcuni dei light drink divenuti più conosciuti e diffusi. Allo stesso modo dei mocktail allietano, come già si è sottolineato, i momenti da condividere senza rischiare di diventar presto “brilli”, e in più si può sceglierli per dissetarsi con un po' più di fantasia. Il nome di queste bevande si compone di due parole: mock che sta per “finto” e cocktail, parola che non ha bisogno di traduzione.
Di finto però in questi bicchieri non c’è nulla. Le combinazioni degli ingredienti sono il frutto reale della sapienza dei bartender. Miscele del tutto originali come il Black Bitter e il Silver Mint sono la cornice perfetta di serate all’insegna dell’allegria.
I bartender, trasformatisi in “mixologist”, si stanno spingendo su un territorio nuovo, preferiscono non accontentarsi dei prodotti in commercio e preparano infusi, sciroppi ed estratti propri, da combinare poi tra loro. Il risultato è un gran fiorire di queste bevande e una gran voglia da parte di chi le prova, di cimentarsi nella loro preparazione anche in casa.
Avere gli ingredienti non basta, bisogna saperci fare. Il lime, la soda, il miele, la cannella e infusi di ogni genere possono diventare, ben miscelati, una vera bomba di gusto. Forse dare un’occhiata a qualche tutorial sul web può essere utile ad avvicinarsi al mondo dei mocktail da realizzare con le proprie mani per esprimere creatività; ma non è semplice come sembra diventarne dei veri professionisti!
Fonte: Mix art Sanpellegrino
Scritto da Redazione ProDiGus
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