In cucina con Benjamin Franklin

Padre fondatore degli Stati Uniti d’America, fu anche giornalista, scienziato e inventore… appassionato di cucina!

In cucina con Benjamin Franklin

Alle volte è difficile riuscire ad immaginare che anche grandi personalità storiche e personaggi che hanno contribuito all’evoluzione del mondo avessero passioni e abitudini comuni, proprio come le nostre. Ad esempio, pensate a Benjamin Franklin: è stato uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America, nonché un inventore, uno scienziato, un attivista e giornalista, dunque una figura che, ai tempi della Rivoluzione americana, è stata fondamentale in molti ambiti. Riuscireste ad immaginarlo in cucina?

Grazie alla sua autobiografia, che cominciò a scrivere nel 1770, sappiamo molte cose di lui, del suo amore per la lettura e per la scienza, della sua grande attrazione per il mare (sul quale sorge Boston, la sua città natale, ndr). Abbiamo anche notizie del padre, Josiah Franklin che ebbe un ruolo molto importante nella sua formazione intellettuale: tuttavia non du grazie a lui che il figlio imparò ad apprezzare i piaceri della tavola.

Franklin racconta di come il padre amasse circondarsi di amici, per il puro gusto di conversare, di arricchirsi con uno stimolante scambio di idee, ma si dava veramente poca importanza, alle pietanze servite in tavola nel corso di questi incontri.

Clicca qui per provare la ricetta del "Milk punch" di Benjamin Franklin

Non era però solamente il padre a non condividere questo interesse per la gastronomia, bensì era una caratteristica di tutto il nucleo familiare. Questo si può intuire da un divertente aneddoto che ci riporta lo stesso Franklin, di quando durante la Guerra d’Indipendenza, propose di costruire una barricata seguendo la ricetta della fruit cake di sua nonna, con la quale lo zio si spezzò i denti durante una cena di Natale.

Benjamin si avvicinò al mondo della gastronomia intorno ai 16 anni, imbattendosi nel libro di un mercante, tale Thomas Tryon, nel quale lo stesso illustrava i tutti benefici che si possono ricavare da una dieta vegetariana. Trovò le sue argomentazioni molto interessanti e decise di seguirlo. Dal momento che la famiglia non lo sosteneva in questo nuovo stile di vita, rifacendosi alle ricette di Tryon, imparò a cucinare il riso, le patate e in particolare il plum pudding, un dolce natalizio tipico della tradizione inglese, che era la sua ricetta più amata (con la quale concluderemo in dolcezza questo articolo).

Fu nel corso del suo primo viaggio da Boston a Philadelphia che venne meno alla sua decisione di essere vegetariano, quando la sua imbarcazione rimase bloccata a causa di una bonaccia.

I marinai trascorrevano il tempo pescando merluzzo in grandi quantità, così Franklin poté notare che questi pesci effettivamente si cibavano a loro volta, di pesci più piccoli. Arrivò alla conclusione che, forse, nutrirsi di loro non era poi così grave. A tal proposito disse:

“Il mio rifiuto di mangiar carne fu all'origine di un certo fastidio e venni spesso rimproverato per la mia bizzarria, ma dopo questi pasti leggeri feci progressi notevolissimi, in virtù di una maggiore lucidità e celerità di apprendimento”.

Quando poi si trasferì a Londra, dove lavorò come tipografo, ebbe l’occasione di osservare le abitudini alimentari degli operai. Calcolò che nel corso di una giornata lavorativa, questi uomini arrivavano a consumare 2,82 lt di birra. Erano fermamente convinti che questo fosse l’unico modo, per riuscire a resistere alla fatica del lavoro.

Queste considerazioni lo portarono a riflettere sul potere nutritivo degli alimenti, e a studiare un’alternativa da poter sostituire al loro modo di alimentarsi. Grazie alle brillanti idee di Benjamin Franklin, molti operai abbandonarono la solita colazione a base di pane, birra e formaggio, per sostituirli con una sana zuppa d’avena. Aveva quindi messo a punto una dieta che potesse conferirgli la giusta energia per affrontare le giornate.

Seguire un buon regime alimentare è importante. I sapori e gli odori dei cibi, sono ricchi di significato, hanno un peso rilevante nelle nostre vite e nella nostra quotidianità a livello sociale, culturale, oltre che nella sfera creativa e psicologica. Benjamin Franklin aveva saputo cogliere al meglio queste sfumature del mondo gastronomico, tanto da averci fatto ereditare anche numerosi aforismi ad esso ispirati.

Eccone alcuni:

  • “Bisogna mangiare per vivere, non vivere per mangiare”
  • “Una casa non è una casa se non contiene cibo e fuoco per la mente e per il corpo”
  • “La democrazia è due lupi e un agnello che votano su cosa mangiare a pranzo. La libertà è un agnello bene armato che contesta il voto”
  • “La birra è la prova che Dio ci ama e vuole che siamo felici”

E concludiamo in dolcezza con la ricetta del suo dessert preferito. Cosa aspettate a provarlo anche voi e a raccontarci il risultato?

Plum Pudding 

Ingredienti

  • 175 gr di farina
  • 700 gr di zucchero di canna
  • 2 uova
  • 200 gr di burro
  • 200 gr di uva passa
  • 50 gr di canditi
  • 25 gr di mandorle
  • 175 gr di pane sbriciolato
  • Scorza di limone
  • Succo di 1 limone
  • 4 cucchiai di latte
  • 1 cucchiaio di melassa
  • 2 cucchiai di Brandy
  • 2 cucchiaini di un misto di spezie
    (cannella, zenzero, chiodi di garofano)
  • 1 cucchiaino di noce moscata

Preparazione

  1. In una ciotola riunite la frutta secca, il pane sbriciolato, la scorza di limone, la melassa, le spezie e lo zucchero di canna.
  2. A parte sbattete le uova ed unite il burro, il succo di limone, il brandy e la farina. Integrate i due composti e realizzate un impasto omogeneo.
  3. Imburrate uno stampo per pudding da 1 lt rovesciate il composto al suo interno e coprite la superficie con un doppio foglio di carta oleata, imburrando anche la parte a contatto con la superficie del dolce. Ripiegatela lungo il bordo e legatela con dello spago da cucina.
  4. Mettete a cuocere a bagnomaria per 6 ore. Fatelo raffreddare, sostituite il foglio di carta oleata con uno pulito e conservate in un luogo fresco.
  5. Prima di servire, riscaldate il pudding, giratelo su un piatto da portata e decorate con un rametto d’agrifoglio. Versate il brandy e flambate il dolce.

 

Scritto da Federica Ticconi

Nata a Roma da papa'  italiano e mamma svedese, coltiva la sua predisposizione per le lingue straniere, diplomandosi presso un Liceo Linguistico. Dopo un periodo di studi riguardanti il cinema e la televisione, decide di sfruttare al meglio le sue doti comunicative svolgendo una serie di impieghi a contatto con il pubblico. Riesce a esprimere la sua passione per la cucina e quella per la scrittura attraverso la collaborazione con Campoli Azioni Gastronomiche.

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