Estasi culinarie

Il romanzo di Muriel Barbery che ha per protagonista un critico gastronomico alla ricerca della più alta memoria gastronomica

Estasi culinarie

La scrittrice Muriel Barbery, famosa grazie al suo bestseller internazionale “L’eleganza del riccio”, ha ripubblicato in Italia nel 2008 il suo primo romanzo “Estasi culinarie”, in cui il piacere per il cibo è molto ben delineato attraverso la figura del protagonista, il critico gastronomico di fama mondiale Monsieur Artheus.  

Il palazzo di rue de Grenelles che lo ospita è lo stesso in cui è ambientato “L’eleganza del riccio”; è qui, nella sua sontuosa casa, che Artheus è vicino alla dipartita terrena. Il medico e amico Chabrot gli ha comunicato che il suo cuore smetterà di battere in 48 ore, e Artheus nella sua camera da letto cerca disperatamente di ricordare un sapore del passato che possa interpretare nel modo più autentico e sublime il piacere del gusto che è stata la sua ragione di vita. 

Nel libro “Estasi culinarie” si alternano così racconti di persone di famiglia e di altre che lo hanno conosciuto e lo hanno amato oppure odiato, apprezzato o detestato in vita per il suo carattere burbero, il suo narcisismo e la sfrenata ambizione. Diversi sono gli episodi di vita vissuta che tornano alla mente di Artheus: lui così cerca disperatamente il ricordo di un sapore che possa rappresentare da solo il sublime piacere del gusto per riprovare quella sensazione prima di morire. 

La moglie Anna e il nipote Paul sono al suo capezzale in attesa per aiutarlo a soddisfare il suo ultimo desiderio. L’intensa esistenza che Artheus ha condotto lo ha portato deliberatamente a trascurare la famiglia; la moglie lo ha sempre amato e silenziosamente ha accettato quel suo continuo partire e i suoi tradimenti, mentre i figli non hanno ricevuto affetto da lui ma solo indifferenza e talvolta anche disprezzo.

Tra i personaggi che Artheus ricorda emblematica è la figura della nonna, che nei giorni di festa preparava lo stufato di carne con le patate ben avvolte dal sugo, mentre in estate in Bretagna suo nonno si recava all’asta del pesce e tornava con una cassetta dal profumo di mare colma di molluschi, crostacei e pesce fresco. Tra ricci, ostriche, paella ma anche pollame, la preferenza in assoluto era per il pesce grigliato e quel gusto che sa di primitivo di forzare la corazza della pelle indurita dalla cottura per deliziarsi nella sua bianca e morbida carne. Il protagonista ricorda anche Tangeri e la vicina Rabat, città natale della madre, dove il ristorante che la famiglia frequentava in vacanza offriva carne grigliata e insalata mechonia, polpette speziate e verdure; a fine pasto era servito al tavolo tè alla menta con i dolci chiamati “corna di gazzella”, tipici del Marocco

Artheus ricorda anche il piacere nel gustare il cibo crudo come il sashimi di un famoso chef giapponese e i pomodori appena colti dell’orto ricco di fiori e di profumi della zia Marthe. Tra i tanti luoghi e i tanti incontri legati al suo mondo culinario riaffiora il ricordo della colazione a San Francisco con uova strapazzate patate e salsicciotti, ma soprattutto col pane tostato dove il burro viene spalmato sul pane prima della tostatura, così è migliore, affiancato alla confettura di mirtilli

Dalla cuoca e sua amante Marquet dopo una cena dal menu approntato sui suoi desideri invece del solito dessert preferisce il sorbetto al gelato; il sorbetto all’arancia che lei gli prepara suscita inevitabilmente sensazioni legate alla sua infanzia. Ed è proprio grazie al giudizio dato ad un sorbetto che l’aspirante maitre Georges, timoroso e impacciato durante una masterclass con Artheus, riesce ad entrare nelle simpatie del Maestro e diventerà un affermato critico culinario anche lui.

Quando riaffiora il ricordo della maionese esaltata dal suo connubio con le verdure crude e la carne di maiale arrostita al naturale che Artheus ha assaggiato in un rinomato ristorante con l’amico chef, lui sente che si sta avvicinando a quel sapore che cerca e presto lo troverà. La moglie e il nipote correranno a cercarlo ma a lui poco importa se non avrà il tempo di assaporarlo: l’importante sarà averlo finalmente ritrovato nella memoria del suo passato.

Photo by Elena Stante

Scritto da Elena Stante

Laureata in Matematica nel 1981 presso l’Università degli Studi di Bari, dal 1987 al 2023 ha insegnato Matematica e Fisica presso il Liceo Ginnasio Aristosseno di Taranto .Ha partecipato ai progetti ESPB, LabTec, IMoFi con il CIRD di Udine e a vari concorsi nazionali ed ha collaborato con la nomina di Vice Direttore per la regione Puglia alla rivista online Euclide, giornale di matematica per i giovani. Le piace correlare la scienza al cibo, nonché indagare su storie e leggende, e con Prodigus inizia il suo percorso di redazione di contenuti golosi per gli utenti del web.

0 Commenti

Lasciaci un Commento

Per scrivere un commento è necessario autenticarsi.

 Accedi


Altri articoli