Il monster fruit

In Italia conosciamo le foglie della Monstera deliciosa, ma non i suoi particolari frutti, che crescono solo nei climi tropicali

Il monster fruit

Avrete riconosciuto questa foglia: in molte delle nostre case se ne possono trovare piccoli esemplari d'uso ornamentale, ma nella fascia equatoriale d'origine di questa pianta, essa cresce grande e rigogliosa facendo nascere anche particolari ma deliziosi frutti. 

Li chiamano monster fruit, perchè sono per l'appunto il frutto della pianta Monstera deliciosa: si tratta sicuramente di uno dei frutti più strani e curiosi al mondo, nonché tra i meno conosciuti. La pianta sempreverde e rampicante è originaria delle foreste tropicali del Guatemala, oggi cresce in tutta l’area compresa tra il Messico e il Canale di Panama e, come pianta da interni o da terrazzo si trova anche alle nostre latitudini dove è particolarmente apprezzata per le sue foglie cuoriformi e “traforate”, decisamente d'effetto.

Il nome Monstera deliciosa la dice lunga su un frutto dalla doppia vita, ossia tossico e pericoloso quando è acerbo, dolce e gustoso quando è maturo. E’ proprio il momento in cui si coglie e si consuma, infatti, a fare la differenza. Il monster fruit assomiglia ad una spiga di mais lunga circa trenta centimetri ed è ricoperto da una buccia-corteccia, formata da scaglie verdi esagonali che ricoprono la polpa e che, a maturazione, tendono a cadere via via dalla base verso la punta. 

Per favorire la maturazione spesso il frutto viene messo in un vaso di vetro e coperto con un panno o un sacchetto; tuttavia, è bene aspettare che le squame si stacchino da sole, poiché forzarne lo scollamento non garantisce la giusta maturazione del frutto e dunque la perfetta commestibilità. La tossicità del frutto acerbo, che racchiude il suo “essere mostruoso”, è dato dalla presenza di acido ossalico dall’elevato potere irritante per la pelle, la gola e tutte le mucose. A maturazione completa, invece, il livello minimo di acido ossalico ne consente un consumo tranquillo, anzi davvero “delizioso”, in quanto regala una piacevole esperienza al palato regalando un gusto dolce e dal sentore di ananas, cocco e banana, in un gradevolissimo mix di aromi tropicali.

Il frutto, quasi del tutto sconosciuto sulle nostre tavole (anche perché le piante alle nostre latitudini non producono frutti), nei paesi d’origine è consumato fresco al naturale soprattutto nelle macedonie o trasformato in confettura, aggiunto ai dessert. Molto difficile da reperire anche nei negozi specializzati in frutti esotici, potremo godere comunque della bellezza della pianta e della sua capacità di assorbire e trattenere sostanze inquinanti presenti in ambiente domestico quali per esempio la formaldeide (così come dimostrato da uno studio dell’Agenzia Spaziale Americana) e rimandare invece l’assaggio del frutto ad un possibile viaggio nel centro America!

Photo by Sara Albano

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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