I parametri più importanti da considerare per assicurarsi in dispensa un prodotto di qualità
Il curioso oggetto che apparve in sogno al misterioso cuoco Teofilo Barla nel 1872: un matterello che combinava ingredienti per suggerire ricette
Immagine di un prototipo artigianale del lasagnor combinatorio
Qualche tempo fa abbiamo dedicato un articolo della nostra rubrica Cucina Magistra alla vita e all’opera di Teofilo Barla, cuoco geniale dall'esistenza avvolta nel mistero, la cui fama in epoca ottocentesca potrebbe essere stata oscurata da una serie di sfortunati eventi ricaduti su un uomo umile, onesto e strenuo promotore della verità prima ancora che sul professionista in senso gastronomico.
Teofilo Barla fu Maître Pâtissier et Confiseur Royal di Casa Savoia, dove lavorò per ben 37 anni anche al fianco del noto Giovanni Vialardi (prima suo discepolo e poi Capo Cuoco e Pasticcere delle cucine reali, autore di un’opera ben più nota di quella di Barla). La sua stora vivrebbe nel ritrovamento di diverse lettere, in parte indirizzate a sua madre e in parte raccolte in un diario nell’ultimo periodo della sua vita. Tra le pagine di quelle ritrovate e trascritte da Pierfederico Gariglio (potete leggerle cliccando qui), si ritrova il racconto di un sogno tanto particolare quanto romantico per chiunque viva la cucina come autentica passione.
“Stupinigi la sera del giorno di mercoledì 28 del mese di agosto dell'anno 1872. Caro Amico ti scrivo, poichè ancor sono vivo, una piccola storia a futura memoria.
Ieri sera pria di coricarmi pregai con fervore Domine Iddio e fui esaudito e questa mane canticchiai incessantemente alleluja, alleluja, lodo il Signore! Infatti non sognai più il fume ma feci ben altro sogno che forse mi renderà celebre e [illeggibile] ricco anche se alla mia età poco me ne cala del danaro ma non del ricordo che i posteri avranno di me.
Mi apparve in sogno Pasquale Baylon il Santo protettore di noi cuochi che con una mano mi benedicea e coll'altra brandiva un lasagnor che è quell'arnese di legno di forma cilindrica con impugnatura a dritta e a manca che è detto puranco spianatojo o matterello e che è utilizzato in cucina per assottigliare la farina impastata solo con ova di gallina intiere onde farne lasagne o tagliatelle o tajarin che dir si voglia.
Ma questo lasagnor era di foggia diversa: il cilindro di legno non era costrutto in un unico pezzo ma era composto da quattro cilindri i quali ruotavano senza dipendere l'uno dall'altro, dall'altro e dall'altro e su ciascun cilindro erano scritte una sovral'altra quattro parole ognuna delle quali designava un ingrediente che concorre alla preparazione degli alimenti, così come un dì scrissi con dovizia di particolari nella Prefazione Autoriale al mio Ricettario circa cosa devesi intendere a proposito di elementi, di ingredienti e di alimenti.
Ebbene, ruotando a piacere il primo, il secondo, il terzo e il quarto cilindro oppure solo il primo, oppure il primo e il secondo fermo restando il terzo e il quarto et cetera et cetera, sua Santità mi disse che era possibile ottenere quasi 250 combinazioni di ingredienti e pertanto di altrettante ricette, essendo però consci che pur essendo realizzabili, alcune di loro non avrebbero potuto incontrare gradimento del palato.
E se in luogo di quattro gli ingredienti fossero dieci per ciascheduno dei quattro cilindri mi chiese sorridendo, secondo te, oh Teofilo, quante ricette si potrebbero avere?
Io non seppi rispondere e Lui mi sorrise e disse: oltre diecimila, caro il mio Teofilo e soggiunse nel mentre che la sua immagine e somiglianza dissolveasi nella mia mente: oh Teofilo, affé di Dio, pensa che grande utilità per i cuochi sarebbe il possedere un lasagnor e pertanto non dover sfogliare in sua vece migliaia e migliaia di pagine di centinaia e centinaia di ricettari!
Mi destai, e destatomi che fui pensai per pria cosa che tutta la vita è sogno e i sogni, sogni sono, ma che forse si possono realizzare e pertanto meditai che avrei dovuto quanto pria chiedere rispettosa udienza all'Ispettore Generale delle Regie Scuderie per illustrargli il mio progetto di costruire un Lasagnor Combinatorio che avesse il brevetto della Reale Casa Savoia.
Tale era il nome con cui avrei appellato questo ricettario tendente all'infinito e che tale sarebbe stato nel caso in cui nei rulli fossero stati dieci (oppure di più) o venti (oppure di più) gli ingredienti elencati in ciascheduno rullo e così incrementando sino al punto che in questa immensità s'annega il pensiero mio per me che sono nullità nell'immensità.
Per seconda cosa pensai che a breve mi sarei recato nuovamente al fiume e questo mi rese oltremodo felice e spronai me medesimo a levarmi dal pagliericcio e nel mentre mi sovvenni dell'altro sogno e mi chiesi se il mio amato fiume avea per davvero qualcosa di speciale da dirmi, qualcosa ch'io non sapea ancora, qualcosa che aspettava proprio me.”
Dal canto suo, l’astigiano Bruno Armanno Armanni – colui che ha rinvenuto un'unica copia superstite dell’opera di Barla scegliendo di divulgarla insieme a Giancarlo Roversi attraverso una nuova pubblicazione (T. Barla, Il confetturiere, l’alchimista, il cuciniere piemontese di Real Casa Savoia, Arnaldo Forni Editore 2011) – ha ben pensato di riprodurre artigianalmente un manufatto simile al “matterello miracoloso” apparso in sogno a Barla. E non solo: Armanni sottolinea quanto l’idea del prototipo ricordi anche un altro oggetto, ossia il cilindro di Caramuel. Su di esso – proprio come gli ingredienti suddivisi in sezioni sul lasagnor combinatorio - scorrevano quattro aggettivi, quattro sostantivi, quattro verbi e nuovamente quattro sostantivi che consentivano la composizione ideale di ben 256 frasi corrette.
Per approfondire il cilindro di Caramuel clicca qui
Un ringraziamento sincero a Pierfederico Gariglio e Bruno Armanno Armanni per gli spunti e la concessione d’uso dei contenuti.
Scritto da Redazione ProDiGus
Il nostro staff in costante elaborazione e ricerca di informazioni utili e attendibili nel mondo del food&beverage

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