I piatti che invadono i menù e strizzano l’occhio alle tradizioni a stelle e strisce
In un ideale giro gastronomico del pianeta, abbiamo scovato le ricette la cui piccantezza da record è una vera sfida per coraggiosi
Il peperoncino, si sa, o si ama o si odia! Ma la sua natura di cibo assolutamente naturale con funzioni antinfiammatorie e antisettiche lo ha reso protagonista di tante ricette nel mondo, fortemente caratterizzate dalla sua piccantezza. Siamo andati alla ricerca per voi delle ricette più popolari ritenute ad oggi in assoluto “le più piccanti al mondo”, la cui degustazione rappresenta una vera sfida che solo i palati più resistenti possono superare!
Il jerk jamaicano
In realtà, la parola “jerk” sull’isola caraibica indica un vero e proprio metodo di preparazione e cottura tradizionale, che può essere applicato su diverse tipologie di carni (generalmente pollo – jerk chicken – o maiale – jerk pork). I prodotti vengono cotti alla griglia dopo essere stati lasciati a marinare in una miscela molto speziata e piccante (anch’essa indicata con il nome di jerk), Le origini di questa ricetta secondo alcuni risalgono ai Taino, un popolo amerindio che occupava il territorio della Jamaica diversi secoli fa; per altri, invece, la sua nascita sarebbe avvenuta nel XVII secolo, e sarebbe il frutto dell’incontro tra la cultura dei Taino e quella degli schiavi africani spagnoli e inglesi. Nella marinatura, insieme a succo di lime, aceto, aglio, spezie ed erbe aromatiche, domina il sapore di una pasta molto molto piccante, a base di peperoncini Scotch Bonnet, tra i più piccanti che ci siano (100,000–350,000 unità Scoville).
Il wat etiope
Noto anche con il nome di tsebhi, si tratta di uno stufato cotto molto a lungo, tradizionalmente consumato insieme all'injera, uno pane appiattito fatto con farina di teff. E’ a base di carni miste (pollo, agnello, manzo), verdure (tra cui tanta cipolla) e spezie, ovvero tanto niter kibbeh e altrettanto berberé. Mentre il primo è un particolarissimo burro chiarificato e stagionato, insaporito con cumino, curcuma, coriandolo, cardamomo, cannella e noce moscata, il berberé è una vera e propria miscela di spezie che contiene peperoncino, zenzero, chiodi di garofano, ruta, coriandolo e ajowan. Una pietanza decisamente piccante!
La tom yam thailandese
Dalla carne passiamo al pesce servito in una zuppa dalle note molto piccanti in Thailandia (ma diffusa anche in Cambogia, Indonesia, Malesia, Laos). Benché ne esistano diverse versioni, quella con i gamberi è certamente la più amata e conosciuta. Di origine relativamente recente (sembra che la zuppa sia nata tra fine Settecento e metà Ottocento), inizialmente si preparava con sole teste di pesce fresco o essiccato, utilizzando come acqua per il brodo addirittura quella piovana! La zuppa tom yam si serve con il riso, che aiuta ad ammorbidirne le note fortemente piccanti, date dall’aggiunta di una forte pasta di peperoncino. Ad esso si sposano perfettamente i sapori agrumati sprigionati dalla zuppa, poiché tra i suoi ingredienti prevede anche il succo di lime, la citronella e la galanga.
L’otak-otak malese
E’ un composto a base di polpa di pesce tritata con aggiunta di amido di tapioca e spezie, che dà luogo a ciò che si potrebbe definire come una sorta di sformatino di pesce che viene servito fresco appena fatto avvolto in foglie di banana (prima cotte a vapore e grigliate). Consumato soprattutto come spuntino in Malesia, ma anche in Indonesia e a Singapore (luoghi in cui se ne trovano spesso venditori alle fermate degli autobus), “otak” in malese significa “cervello”, in quanto l’aspetto e la consistenza del piatto, pur non prevedendo questo ingrediente, ricorda proprio quest’organo. La “terrina” di pesce racchiusa nelle foglie è infatti morbida, leggermente gelatinosa e di colore bianco-grigiastro: questa versione “base” è molto amata in Indonesia, mentre nella versione malese il suo colore diventa rosso-arancio vivo, dal momento che la più amata ricetta locale prevede l’aggiunta di molto peperoncino, oltre a curry e curcuma. L’otak-otak malese prevede comunemente l’uso di sgombro come base della ricetta.
Il phaal anglosassone
Abbiamo scelto di svelarvelo per ultimo, ma in tutta probabilità è proprio il phaal curry a rappresentare ad oggi il piatto in assoluto più piccante al mondo. Si tratta di una spessa e piccantissima salsa di pomodoro aromatizzata con zenzero, talvolta anche con semi di finocchio, in cui possono cuocere carni di montone, di agnello o di pollo. Una pietanza che, una volta fuoriuscita dai confini della Gran Bretagna, ha presto soffiato il primo posto al famigerato vindaloo curry indiano. Infatti, il curry per il Regno Unito è un vero ingrediente nazionale, sin dall’Ottocento, secolo in cui fu la regina Vittoria a promuoverne l’impiego nella cucina inglese. Se alcuni narrano che fosse una sua autentica passione personale, altri sostengono che si trattò di una mossa politica per promuovere le sue colonie orientali. Il phaal curry britannico nacque all’interno delle curry houses di Birmingham i cui proprietari provenivano dal Bangladesh, e si diffuse rapidamente anche negli Stati Uniti. Prevedendo tantissimo peperoncino, sia in fatto di quantità che di tipologie (le versioni riservate ai soli amanti delle sfide estreme prevedono l’uso di peperoncino Scotch Bonnet o di Habanero), non è raro che chi le cucina abitualmente in un ristorante debba proteggere occhi e vie respiratorie per non subire comunque gli effetti del copioso peperoncino pur non mangiandolo.
Scritto da Sara Albano
Laureata in Scienze Gastronomiche , raggiunta la maggiore età sceglie di seguire il cuore trasferendosi a Parma (dopo aver frequentato il liceo linguistico internazionale), conseguendo in seguito alla laurea magistrale un master in Marketing e Management per l’Enogastronomia a Roma e frequentando infine il percorso per pasticceri professionisti presso la Boscolo Etoile Academy a Tuscania. Dopo questa esperienza ha subito inizio il suo lavoro all’interno della variegata realtà di Campoli Azioni Gastronomiche Srl, , dove riesce ad esprimere la propria passione per il mondo dell'enogastronomia e della cultura alimentare in diversi modi, occupandosi di project management in ambito di marketing e comunicazione e consulenza per il food service a 360°, oltre ad essere il braccio destro di Fabio Campoli e parte del team editoriale della scuola di cucina online Club Academy e della rivista mensile Facile Con Gusto.
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