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Amico dei nostri occhi e ricco di antiossidanti, scopriamo il mirtillo nelle sue varietà e caratteristiche
Si conoscono oltre cento specie di mirtillo, botanicamente tutte appartenenti alla famiglia delle Ericacee e al genere Vaccinium, alla specie Vaccinium macrocarpus per il mirtillo rosso, alla specie Vaccinium myrtillus per il mirtillo nero o bagolo e Vaccinium corymbosum per il mirtillo gigante americano.
Il mirtillo è diffuso in particolare nei Paesi del Centro e Nord Europa sia come frutto coltivato che spontaneo. Poche però sono le specie che hanno un rilievo economico con la loro coltivazione. Il mirtillo rosso, in America chiamato cranberry, è una pianta arbustiva a portamento strisciante, coltivata quasi esclusivamente negli USA e un pochino in Canada, oltre che di recente in Italia con le varietà McFarlin, Stevens, Pilgrim, Howes, Wilcox, Early Black, Crowley.
Il frutto è una bacca rossa e polposa, di sapore lievemente acidulo e astringente che, di norma, non viene consumato direttamente, ma utilizzato per conserve vegetali tipo confettura e bibite, anche unito ad altra frutta come mele e arance. È ricco di vitamina C per cui viene aggiunto come colorante di succhi perché non nocivo e difficile ad alterarsi nel tempo.
I frutti del mirtillo rosso di montagna, spontaneo sull’Appennino tosco-emiliano, venivano raccolti una volta in cestini di vimini e si ritenevano rinfrescanti e astringenti. Anche oggi questo mirtillo entra nella farmacopea e se ne preparano decotti, estratti, sciroppi con potere antisettico e depurativo delle vie urinarie. Recenti studi hanno accertato che la somministrazione abbondante di mirtilli migliora la percezione visiva: perciò nella dieta degli astronauti, sia americani che russi, viene sempre inserita della confettura di mirtilli.
Il mirtillo nero o blu, in America chiamato blueberry, è comune in molte zone collinari e montane, specialmente nel sottobosco dove forma macchie molto estese all’ombra di abeti, faggi e pini ma specialmente nelle abetaie. Il frutto è una piccola bacca violacea di sapore astringente.
Il mirtillo gigante americano (gigante perché forma cespugli molto grandi e produce frutti molto grossi) è stato introdotto in Italia negli anni ’80 con le varietà Earlyblue a maturazione precoce (fine giugno – inizio luglio), Blueray a maturazione medio precoce e Berkeley, Coville e Darrow a maturazione tardiva in Agosto e Settembre.
Il mirtillo è interessante perché vegeta bene in terreni che difficilmente potrebbero ospitare altre coltivazioni, ma è necessaria la possibilità di irrigare le piante per una coltivazione redditizia dal punto di vista economico. Molte specie di mirtilli producono bacche commestibili, più o meno aspre secondo la specie e il grado di maturazione.
Il mirtillo, in generale, contiene discrete quantità di acidi organici (citrico, malico, etc.), zuccheri, pectine, tannini, mirtillina (glucoside colorante), antocianine, vitamine A e C e, in quantità minore, vitamina B. Si sottolinea l'influenza favorevole delle antocianine sui capillari della retina e su tutti gli altri capillari in generale.
Il succo di mirtillo è sempre più richiesto sul mercato per via delle sue proprietà benefiche: il frutto del mirtillo contiene infatti alcune antocianine, come cianidina, delfinidina, malvidina, peonidina, irsutidina, pelargonidina, tutte utili per la circolazione sanguigna, in particolare a livello della retina, specialmente quindi per la microcircolazione capillare e venosa. L’uso costante di prodotti a base di mirtillo aiuta contro l’affaticamento visivo notturno e, secondo alcuni, contro la glicemia elevata del diabete mellito. Il frutto è indicato anche come antidiarroico, soprattutto se usato essiccato.
Per una maggiore precisione sull’argomento, bisogna precisare che Il mirtillo nero è quello maggiormente ricco di principi salutari, in particolare di acido citrico (che protegge le cellule) e di acido ossalico, idrocinnamico e gamma-linolenico. L’acido ossalico in particolare è quello che conferisce il classico sapore acre al frutto. Il mirtillo nero è particolarmente ricco di acido folico (niacina o cobalamina, importante vitamina) e contiene tannini e antociani che danno al frutto il suo caratteristico colore, ma nello stesso tempo riducono la permeabilità dei capillari e ne rafforzano la struttura, rafforzano il tessuto connettivo che sostiene i vasi sanguigni e ne migliorano l’elasticità ed il tono, svolgono azione antiemorragica e anti radicali liberi. Tutte queste sostanze, inoltre, favoriscono e aumentano la velocità di rigenerazione della porpora retinica, migliorando la vista specialmente la sera, quando c’è poca luce.
Il mirtillo rosso è differente dal nero non solo per il colore e al sapore, ma anche per la consistenza delle foglie, che si presentano coriacee, lucenti e persistenti. In medicina i mirtilli rossi vengono utilizzati al prevenire e curare le infezioni alle vie urinarie; possono inoltre abbassare il contenuto di calcio nell’urina, evitando in tal modo la formazione dei classici calcoli renali. La sua utilità è dimostrata anche come coadiuvante in caso di diarrea, nelle stitichezze, e nei problemi legati al colon irritabile e alle emorroidi.
Per quanto riguarda invece il loro utilizzo dal punto di vista alimentare, i mirtilli vengono utilizzati per la preparazione di ottime marmellate, conserve e gelatine, o per formare con more e lamponi la classica e famosa triade di frutti di bosco, tanto consumata e amata in tutto il mondo. Sono ottimi da aggiungere agli impasti di torte soffici, muffin e pancakes come tanto piace fare agli americani, ma anche nella cucina salata possono avere qualcosa da dire (come dimenticare, per fare un esempio su tutti, l’oramai mitico risotto di Fabio Campoli ai funghi porcini e mirtilli?). I mirtilli freschi possono anche essere congelati tal quali per un impiego successivo.
Note bibliografiche
- Grimaldi-Lorenzetti-Bonciarelli, Coltivazioni erbacee, Edagricole
- G. Tassinari, Il manuale dell’agronomo, Ed. R.E.D.A.
- AA.VV., Merceologia degli alimenti, AIS
Photo via Canva
Scritto da Luciano Albano
Laureato con lode in Scienze Agrarie presso l’Università degli Studi di Bari nel 1978, ha svolto servizio come dirigente del servizio miglioramenti fondiari della Regione Puglia presso l’Ispettorato Agrario della città di Taranto. Appassionato di oli e vini, ha conseguito il diploma di sommelier A.I.S. e quello di assaggiatore ufficiale di olio per la sua regione.
Specializzato in Irrigazione e Drenaggio dei terreni agricoli presso il C.I.H.E.A.M. di Bari (Centre International de Hautes Etudes Agronomiques Mediterraneennes)" . Iscritto all'Ordine dei Dottori Agronomi della Provincia di Taranto. Iscritto nell'Albo dei C.T.U. del Tribunale Civile di Taranto

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