In cucina con Santa Marta

La donna del Vangelo ancora oggi simbolo di operosità e accoglienza, per questo diventata protettrice di casalinghe, ristoratori e albergatori

In cucina con Santa Marta

29 luglio: la Chiesa Cattolica ricorda Santa Marta di Betania e la onora di essere la protettrice delle casalinghe, dei ristoratori e degli albergatori.
Si tratta di una storia antica 2000 anni che nella sua apparente semplicità racchiude l’essenza della dimensione del focolare, della casa e della famiglia come luogo di accoglienza e cura. Non è un caso, infatti,  che proprio Marta ne diventi simbolo, custode e protettrice.

Marta è la sorella di Maria e di Lazzaro e la troviamo presentata e narrata nei Vangeli (Nuovo Testamento) quando accoglie Gesù e i discepoli nella sua casa, durante la predicazione in terra di Betania (un villaggio a circa tre chilometri da Gerusalemme). Marta è la donna di casa, sollecita e accorta, laboriosa ed operosa, colei che accoglie e si preoccupa di far stare bene i suoi ospiti; che si occupa della cucina, delle faccende domestiche, della pulizia.

L’Evangelista Luca racconta Marta indaffarata nelle cose di casa, sempre all'opera e impegnata, mentre Maria, sua sorella, è seduta insieme agli altri ad ascoltare le parole del Messia. Proprio a Lui Marta si rivolge chiedendo che rimproveri Maria perché non dà il suo contributo aiutandola nell’accoglienza degli ospiti: “Signore, non t’importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Gesù rispose che Marta non faceva nulla di sbagliato occupandosi della casa e degli amici, ma che Maria aveva scelto la cosa migliore: “Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose. Una sola è necessaria. Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.

Con semplicità la storia di Marta insegna che occuparsi delle cose del mondo, eseguire compiti materiali e quotidiani, adempiere le faccende di tutti i giorni (inclusa la cucina) non è affatto sbagliato ma questo non deve essere mai preferito o anteposto alla vita interiore. Marta diventa dunque il simbolo della cura e dell’accoglienza pratica, un modello di operosità ed esempio di laboriosità e cura rivolta agli altri che però non deve mai dimenticare la cura interiore e spirituale, secondo gli insegnamenti cristiani. 

La tradizione cattolica e religiosa come sempre si accompagna e si fonde con la tradizione popolare ed esprime tutto il suo bagaglio di consuetudini e rituali nelle feste patronali; troviamo così la cittadina viterbese di Marta che dedica alla Santa giorni di festa sacra e popolare che terminano con una processione sul lago di Bolsena; anche Venezia dedica il 29 luglio al ricordo della Santa operosa con processioni nei canali della Giudecca e la pesca della sogliola, consumata fritta lungo le calli di ponente. 

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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