Le golose

La poesia crepuscolare di Guido Gozzano

Le golose

Costretta a lungo in casa da un periodo storico che mi vede poco interessata alla televisione e molto più alla lettura, ho riscoperto il piacere della poesia, quella avvolgente, che a sorpresa ti trascina anche nel fantastico mondo del cibo e delle emozioni ad esso legate.

Mi è capitato così, quasi per caso, di gustare il componimento poetico intitolato “Le golose” di Guido Gozzano.

Nato il provincia di Torino nel 1883 e scomparso all’età di soli 33 anni a causa della tubercolosi, fu uno dei massimi esponenti del Crepuscolarismo. E’ proprio nei suoi versi, dal lessico semplice quanto intenso, che si evince la tendenza all’evocazione e al rifugio nei momenti del passato, che la stessa corrente letteraria riporta caratteristicamente in auge rispetto al presente.

Le golose

 

Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.

Signore e signorine -
le dita senza guanto -
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!

Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.

C’è quella che s’informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.

L’una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.
un’altra - il dolce crebbe -
muove le disperate
bianchissime al giulebbe
dita confetturate!

Un’altra, con bell’arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall’altra parte!

L’una, senz’abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare30
sugga, in supremo annunzio,
non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D’Annunzio.

Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,
di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!

Perché non m’è concesso -
o legge inopportuna! -
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,
o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?

Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.

 

Di Guido Gozzano - Tutte le poesie

  • A cura di Giacinto Spagnoletti
  • Grandi Tascabili Economici Newton, n. 202
  • Newton Compton Editori, 1993

Scritto da Anna Maria Stante

Diplomata in canto lirico – timbro soprano presso il Conservatorio di Lecce, e docente di musica presso l’istituto comprensivo Madonna della Camera di Monteparano (Taranto).

Appassionata anche di lettura e di cucina, adora cimentarsi sempre in nuovi esperimenti ai fornelli. 

1 Commento

  1. Fabrizia Severini12 maggio 2020 alle ore 08:20

    Poesia sconosciuta ma gradevolissima per la leggerezza nella descrizione!

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