E' accaduto in Australia in settembre, ma per fortuna la vicenda si è già risolta
E’ la cifra record toccata dalle esportazioni di cibo made in Italy lo scorso febbraio
Quasi tre miliardi di euro in un solo mese. Crescono del 10% le esportazioni di cibo Made in Italy. A rivelarlo sono i dati Istat sul commercio estero, relativi al mese di febbraio ed elaborati dalla Coldiretti.
Si tratta di un incremento tre volte superiore a quello registrato a livello nazionale, che resta fermo al dato del +3,4%.
Il confronto è stato fatto tendendo conto delle statistiche dello scorso anno, relative allo stesso periodo.
I prodotti della filiera agroalimentare italiana vengono venduti soprattutto agli altri paesi europei. I due terzi delle esportazioni interessano l’Unione, la Germania in primis, mentre oltreoceano conquistiamo gli Stati Uniti d’America, con un balzo in avanti dell’export, sempre a febbraio di quest’anno, pari al 17%.
Nel 2018 il fatturato relativo alle esportazioni negli USA ha raggiunto una cifra superiore ai 4 miliardi. Nonostante questi risultati, stare sereni è impossibile, se si considera la politica dei dazi di Trump. Una variabile che potrebbe mettere a dura prova le esportazioni italiane, come quelle di tutti i paesi dell’Unione Europea.
Le nuove tasse del governo americano potrebbero infatti colpire la metà dei prodotti alimentari e delle bevande esportati in America, dal Bel Paese. I prodotti più a rischio sarebbero i vini, i formaggi come il pecorino, l’olio di oliva nostrano, conosciuto in tutto il mondo, gli agrumi e l’uva. Non riuscirebbero ad evitare la mannaia dei dazi nemmeno le marmellate italiane, i succhi di frutta, l’acqua e i superalcolici.
I prezzi di questi prodotti potrebbero aumentare, con l’introduzione di una tassa d’ingresso, producendo l’effetto collaterale di rendere ancora più economici gli alimenti “tarocco”, cioè quelli che imitano le nostre eccellenze e vengono spacciati come italiani.
Un problema che riguarda, per esempio, il parmigiano, il gorgonzola, l’asiago, la mortadella, i pomodori e i nostri famosi prosciutti. Inutile però fasciarsi la testa prima di rompersela. Occorre piuttosto informare i potenziali consumatori, sulle possibili falsificazioni. Le imitazioni dei nostri alimenti danneggiano l’immagine dell’industria italiana, ma per fortuna, ci sono strumenti legislativi nati per difendere l’origine dei prodotti e i processi di produzione degli stessi.
Se l’export porta a casa un bel segno positivo è merito proprio della specificità del made in Italy a tavola, delle sue caratteristiche e della sua autenticità.
Fonte: Foodweb
Scritto da Redazione ProDiGus
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