Il primo libro di cucina vegetariana d’Italia

Fu edito nel 1930 e scritto da Enrico Alliata duca di Salaparuta, e rappresenta il primo libro italiano di cucina vegetariana

Il primo libro di cucina vegetariana d’Italia

La “filosofia vegetariana” è un concetto sì moderno, ma dalle origini non contemporanee, che presero il via nel corso del Settecento in territorio francese. Oggi vogliamo farvi scoprire qual è il primo libro di cucina vegetariana pubblicato in Italia: si tratta di Cucina Vegetariana. Manuale di gastrosofia naturista, stampata nella sua prima edizione nel 1930 a Milano da Ulrico Hoepli e scritta dal Enrico Alliata Duca di Salaparuta. 

Ai nostri giorni essere vegetariani è una scelta molto più diffusa che in passato, ma di certo Enrico Alliata fu pioniere della sua divulgazione adattata naturalmente allo stile e alla cucina italiana; senza citare il fatto che il suo libro si dimostra all’avanguardia anche per l’attenzione al naturismo crudo, quel “raw food” attualmente tanto di moda dalle celebrità fino a chi segue una dieta che punta al massimo del salutismo. 

Gentiluomo di fama internazionale, sapiente tecnico nella cucina e nell’industria, Enrico Alliata Duca di Salaparuta fu anche un grande appassionato di cucina ed esperto enologo, e scrisse il suo testo a distanza di pochi decenni dalla nascita e dalla diffusione del termine “vegetarismo”. Non fu solo uno scrittore di cucina vegetariana, ma sosteneva in prima persona i benefici dell’adozione di un regime dietetico vegetariano e naturista, basato sui prodotti offerti dalla natura secondo l’avvicendarsi delle stagioni. 

Cereali, ortaggi e legumi sono infatti i prodotti protagonisti delle ricette contenute in Cucina Vegetariana. Manuale di gastrosofia naturista. La prima edizione conta 785 ricette, che diventeranno 1030 con la seconda edizione del 1932, e traggono spunto dalle tradizioni di diversi paesi del mondo. È curiosa la loro presentazione, che consiste di nomi e introduzioni singolari che richiamano apertamente pietanze a base di carne (come il “pasticcio di fegato grasso” o le “bracioline del pascià”) anche se si tratta di piatti al 100% vegetariani.

Tuttavia, gusti vegetariani a parte, attorno alla figura di Enrico Alliata Duca di Salaparuta si raccontano anche altre curiose storie, che lo lasciano immaginare come un buongustaio amante dei piaceri della vita, del vino e della buona compagnia: pare infatti che amasse organizzare rumorose feste e pranzi luculliani presso la sua tenuta in Sicilia, tanto da meritarsi una scomunica da parte del vescovo locale. Nonostante tutto, le portate erano sempre tutte vegetariane, e a quei tempi i commensali ne restavano puntualmente (e piacevolmente) stupiti. 

Accanto al libro, l’intera vita del Duca di Salaparuta ha voluto mirare a dimostrare come sia possibile (e anche piuttosto facile) ottenere dalle sole materie prime vegetali, in unione a uova,  latte e suoi derivati, un grande numero di piatti, accomunati dall’essere semplici, nutrienti, digeribili e anche sorprendentemente saporiti, tali da soddisfare anche i palati più esigenti. 

Concludiamo riportando un estratto della prefazione dell’autore che ne riflette il pensiero

“L’uomo attraverso secoli di pregiudizi ed abusi ha tradito la sua vera origine che è eminentemente frugivora come lo testimonia anche la sua dentatura. La lenta degenerazione atavica conseguitane ha fatto sì che la durata massima della sua vita, che, come riconosciuta dalla scienza, dovrebbe raggiungere i 130 anni, arriva appena alla media della metà”

Fonte sitografica:

Scritto da Redazione ProDiGus

Il nostro staff in costante elaborazione e ricerca di informazioni utili e attendibili nel mondo del food&beverage

0 Commenti

Lasciaci un Commento

Per scrivere un commento è necessario autenticarsi.

 Accedi

Altri articoli