Sul perché non dovrebbe piacerci, e perché invece ci fa davvero impazzire
Il religioso accademico della Crusca Luigi Fiacchi scrisse una filastrocca con morale ispirandosi ad una farfalla e un cavolo fiorito
La farfalla e il cavolo
Una certa farfalletta
Mossa un dì dall’appetito
Svolazzava in sulla vetta
D’un bel cavolo fiorito.Ma suggendo in breve istante
Ora questo ed or quel fiore,
Nauseata e disprezzante
“Ah!” dicea, “Che reo sapore!Ai miei dì non ritrovai
Cibo mai si disgustoso.
Cavol mio per me non fai.
Sovra te più non mi poso”.A siffatto complimento
Tosto il cavol replicò:
“Ma signora, a quel ch’io sento,
Molto il gusto in voi cangiò.Vi conobbi in altri redi
In più misera fortuna.
Foste bruco ed io vi diedi
Cibo e cuna.Fu allor per voi ben grato
Il sapor delle mie foglie,
Ma cangiando il vostro stato
Voi cangiaste ancor le voglie”.Dalla favola s’intende
ciò che segue l’uom leggero:
se la sorte sale o scende,
sale o scende il suo pensiero.
Ma…L’uomo saggio mai non falla
Né superbia né viltà.
O sia bruco o sia farfalla
Immutabile si sta!
Luigi Fiacchi (1754 – 1825)
Scritto da Elena Stante
Laureata in Matematica nel 1981 presso l’Università degli Studi di Bari, dal 1987 insegna Matematica e Fisica presso il Liceo Ginnasio Aristosseno di Taranto .
Ha partecipato ai progetti ESPB, LabTec, IMoFi con il CIRD di Udine e a vari concorsi nazionali e collabora, con la nomina di Vice Direttore, alla rivista online Euclide, giornale di matematica per i giovani.

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