L’ascesa dei vini svizzeri

Non solo cioccolato e orologi come fiori all’occhiello dell’economia del territorio elvetico, ma anche pregiati prodotti enologici

L’ascesa dei vini svizzeri

L’Italia, la Francia e la Spagna continuano a detenere il primato nella produzione di vini ma, in termini di qualità, la Svizzera è riuscita a guadagnare, negli ultimi anni, una buona nicchia nello spazio tradizionalmente occupato dai grandi produttori.

I dati relativi alla vendemmia del 2018 sono sorprendenti: si parla di una resa di oltre 111 milioni di litri che, se confrontata con la produzione del 2017, segna una crescita del 46,5%, per i vini rossi, e del 34,5%, per i vini bianchi. Per quel che riguarda la superficie viticola, lo scorso anno è stata pari a 14712 ettari, ed è rimasta quindi invariata rispetto al 2017.

La vite arrivò in territorio elvetico oltre 2500 anni fa, grazie ai romani, che la portarono un po’ in tutta l’Europa. Vere e proprie aree coltivate si ebbero, tuttavia, in epoca successiva. Soltanto nel Medioevo, infatti, i monaci cistercensi costruirono sulle colline, i caratteristici muretti di pietra, tipici dei terrazzamenti.

Un sistema per favorire la coltivazione delle vigne, oggi ben visibili nell’area del lago di Ginevra.

Nel Cantone di Vaud, dichiarato non molti anni fa, patrimonio dell’Unesco, i vigneti a terrazza di Lavaux rappresentano uno spettacolo di grande bellezza. E’ qui che si produce lo Chasselas. Un nome che probabilmente non suggerisce nulla alla maggior parte delle persone. Eppure si tratta di uno dei vini svizzeri più buoni, non certo l’unico.

La terra del cioccolato e degli orologi vanta infatti quaranta vitigni autoctoni. Nel Vallese, su una superficie piccolissima, si coltivano l’Amigne, la Petite Arvine e, tra gli altri, il Cornalin.

Nei Grigioni, spicca sugli altri il Completer, le cui origini risalirebbero addirittura al 1300. Nel canton Ticino il vino più conosciuto è il Merlot, per il quale vengono anche sperimentate nuove tecniche di vinificazione, come la spumantizzazione.

Sono “eccellenze” che ben accompagnano la cucina svizzera, con i suoi piatti dal carattere “robusto”, dalle fondute di formaggio alle preparazioni a base di carne.

Le bottiglie di bianco e di rosso svizzere stanno benissimo anche sulle tavole italiane, accanto alle loro sorelle “maggiori” made in Italy. I consumi dei prodotti elvetici sono infatti cresciuti, negli ultimi anni, anche negli altri paesi europei. Nel 2018 la quota di mercato del vino svizzero è risultata pari al 36,6%, con un incremento, rispetto al 2017, dell’1,6%.


Fonte: Salute Domani

Scritto da Redazione ProDiGus

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